A 43 anni dall’uccisione, Bitonto ha commemorato l’agente di polizia Michele Tatulli, freddato dalle Brigate Rosse l’8 gennaio 1980 a Milano.
L’agguato, che costò la vita anche ai colleghi Antonio Cestari e Rocco Santoro, fu rivendicato dai terroristi della colonna “Walter Alasia”, motivandolo come “messaggio di benvenuto” al generale Dalla Chiesa da poco arrivato nel capoluogo lombardo.
Alla cerimonia di ieri hanno preso parte il questore di Bari, Giovanni Signer, il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, rappresentanti del Consiglio e della Giunta comunale, i familiari di Michele Tatulli, rappresentanti di tutte le Forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia locale), semplici cittadini e rappresentanti della sezione bitontina intitolata proprio al giovane agente ucciso dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato.
Nel suo intervento, il questore Signer ha parlato di dovere di riconoscenza e di memoria nei confronti di Michele Tatulli e di tutti gli appartenenti alle Forze dell’ordine “perché il loro sacrificio ha fatto sì che la nostra funzione sociale venisse sempre più apprezzata dalla gente”.
“Il prezzo altissimo pagato da persone come Michele – ha spiegato Signer – ha consentito al sistema democratico del Paese di reggere nei difficili anni del dopoguerra. Nel tempo la considerazione per il nostro lavoro e per il nostro impegno è cresciuta grazie al loro sangue e al loro sacrificio”.
“Chi ha sparato quel giorno – ha concluso il Questore – pensava di abbattere un sistema e invece lo ha reso più forte. Speriamo che di questa lezione della Storia l’Italia ne conservi memoria”.
Il sindaco Ricci ha ricordato che “per l’Italia gli anni ’70 e ’80 sono stati anni difficili, tremendi, segnati da lotte armate”.
“Michele Tatulli – ha sottolineato Ricci – è uno dei tanti figli di questa città e delle nostre zone andati al Nord per lavoro, dal momento che in quei tempi, ma anche oggi, il lavoro era difficile da trovare. Scegliere quel lavoro, conoscendo il rischio a cui si andava incontro, non era la scelta di un lavoro come ripiego ma di un lavoro come adempimento di un dovere. Questa all’epoca è stata la scelta di Michele Tatulli, che purtroppo l’ha visto vittima dei brigatisti a soli 24 anni”.
“È importante non dimenticare – ha proseguito il Sindaco. La città fu colpita profondamente da quel tragico episodio e tantissima gente lo ricorda ancora oggi”.
“Questo momento di condivisione nel ricordo – ha poi aggiunto Ricci – ci deve tenere uniti tutti. Deve costituire la stella polare per le nostre azioni e scelte future, indicandoci la direzione dell’ordine, della legalità, della trasparenza e, soprattutto, la direzione della responsabilità, del senso di responsabilità. Oggi più che mai in un momento difficile e di disagi credo che quel richiamo al senso di responsabilità, al senso del dovere per cui è morto Michele Tatulli deve segnare e caratterizzare tutti quanti noi nel quotidiano impegno per il bene comune”.
Da Grazia Tatulli, una delle sorelle di Michele, il ringraziamento per la corale partecipazione e la richiesta di intitolare al fratello, al quale la città ha dedicato nel 2010 una strada nel centro urbano, la sede del locale Commissariato.
Dopo l’omaggio ai piedi della lapide che all’ingresso del Palazzo municipale ricorda la tragica uccisione, la cerimonia ha vissuto l’atto conclusivo al Cimitero con la deposizione di un fascio di fiori sulla tomba di Michele Tatulli.