Si è definitivamente conclusa l’era Francesco Rossiello a Bitonto. Nelle scorse settimane l’ormai ex numero uno neroverde ha ceduto a titolo gratuito le quote societarie dell’U.S. Bitonto Calcio all’attuale presidente Antonello Orlino ed ha rilevato da Onofrio Lopez il restante 50% invece delle quote del S.S. Monopoli Calcio, compagine militante nel campionato di Serie C, diventandone così unico proprietario.
Dunque, dopo quasi dieci anni, termina l’avventura di Rossiello nel calcio bitontino. Un percorso iniziato nell’autunno del 2014, quando entrò nella società dell’allora Omnia Bitonto in Prima Categoria. In poche stagioni, la scalata verso il Dilettantismo: nel giugno del 2018, grazie al successo nella finale dei playoff nazionali di Eccellenza contro la Vis Afragolese, Francesco Rossiello riuscì a portare in Quarta Serie il calcio bitontino, categoria che mancava da otto anni all’ombra dell’ulivo. In quella stessa estate, il passo del cambio nome: da Omnia a U.S. Bitonto Calcio, nel solco della tradizione cittadina e dei colori neroverdi.
Il primo anno in D, con Pizzulli alla guida, termina con un quarto posto ed una semifinale playoff, e con la chicca dell’indimenticabile vittoria al “San Nicola” contro il Bari nel primo turno di Coppa Italia. Nel secondo anno di D, il Bitonto va oltre qualsiasi previsione e Rossiello è al timone della ciurma di Taurino che vola verso la Serie C e fa sognare un’intera città: l’arrivo però del Covid ferma il campionato a marzo col Bitonto primo in classifica che viene promosso poi dalla Lega Nazionale Dilettanti nei Professionisti per la prima volta in 99 anni di storia.
È il punto più alto del viaggio di Rossiello a Bitonto: una festa che però dura poche settimane perché sul Bitonto si abbatte la tempesta della sentenza legata ai fatti di Picerno – Bitonto del 5 maggio 2019 e della combine messa in piedi da alcuni giocatori del Bitonto e dirigenti e staff tecnico della formazione lucana. A pagarne le conseguenze è il Bitonto stesso, a cui viene negata ingiustamente la promozione in Serie C. È un momento di profonda riflessione sul futuro per Rossiello, che si ritrova anche alle prese con le polemiche e le diatribe con l’allora amministrazione comunale guidata da Michele Abbaticchio per la questione stadio: il “Città degli Ulivi”, in caso di Serie C, necessita di profondi lavori ed interventi di ammodernamento, ma la politica e la burocrazia hanno i loro tempi e i giorni scorrono inesorabili, come per la curva acquistata dallo stesso Rossiello e donata alla città per regalare uno spazio in più di 650 posti circa dedicato al tifo più caldo, e, ancora oggi, dopo quasi cinque anni, non ancora montata.
Rossiello, però, non molla e riparte, in una stagione drammatica, per le difficoltà di una squadra che affronta il campionato senza aver effettuato la preparazione estiva, con un organico allestito in fretta e furia in pochissimi giorni e falcidiato in pochi mesi da tre ondate covid. Covid che porterà anche alla scomparsa del signor Pino Rossiello, padre di Francesco e punto di riferimento per l’intero ambiente. Eppure, nonostante un cammino travagliato, il Bitonto prima di Ragno e poi di Loseto chiude quarto e in semifinale playoff.
Nella stagione successiva, la quarta in D, Francesco Rossiello prova a rifare all-in, puntando tutto alla vittoria del campionato e alla conquista della Serie C: viene allestita una squadra importante con alla guida il giovane De Luca, nascono tantissime iniziative – dal merchandising online al Bitonto Channel, fino ai costi degli abbonamenti tra i più economici dell’intera categoria – al fine di fidelizzare i tifosi ai colori neroverdi offrendo loro novità assolute nel panorama cittadino e a costi del tutto accessibili. Gli sforzi fuori dal campo però non vanno di pari passo coi risultati: il Bitonto lotta per il primato fino a febbraio ma poi crolla, chiudendo solo terzo e perdendo la finale playoff. Rossiello subisce la prima vera dura contestazione da parte della frangia più calda della tifoseria neroverde e, dinanzi anche all’assenza di risposte concrete da parte della politica, decide di fare un passo indietro.
Il Bitonto vive così le ultime due stagioni di Serie D con un disimpegno sempre più graduale da parte di Rossiello al fine di lasciar spazio a nuovi investitori. Se nel primo anno il contributo di Rossiello porta ad ogni modo ad una agevole salvezza, nel secondo ed ultimo anno si limita alla sola polizza fideiussoria che consente al Bitonto perlomeno di iscriversi al campionato. Il resto della storia è cosa nota, con la retrocessione dei neroverdi in Eccellenza al termine di una stagione in cui non sono mancate le difficoltà economiche e le promesse non mantenute da diversi partner.
Termina così, con la cessione del titolo nelle mani di Orlino, l’avventura di Rossiello a Bitonto: un cammino tra alti e bassi ma che ha lasciato un segno nel calcio cittadino.