L’accoglienza e l’integrazione degli stranieri e per i titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati? Da Bitonto non intendono rinunciarci. Per almeno altri sei mesi. Ma cambia nome.
Da Palazzo Gentile, infatti, il dì della vigilia Natale, hanno dato il via libera alle nuove linee di indirizzo per la prosecuzione del fondamentale servizio di solidarietà nei confronti degli immigrati, che il Comune ha già attivo da oltre un decennio. La linea da seguire è una: nonostante le ultime novità introdotte nel 2018 e nel 2019 dai cosiddetti “decreti sicurezza” dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini che, oltre a cambiarne il nome – si è passato da Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati, Sprar, a Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati, Siproimi – ne ha profondamento modificato la natura – vedi la voce permessi per motivi umanitari – e anche i soggetti coinvolti, da corso Vittorio hanno detto un secco no alla sua chiusura.
Si va avanti, dunque, con una importante novità.
Il servizio, che era finanziato fino al 31 dicembre, durerà sicuramente almeno altri sei mesi, fino a fine giugno. Questo perché il Comune, già dall’estate scorsa, aveva manifestato il vivo interesse alla proroga del servizio per il triennio 2020-2022, e dal Viminale, allora, poco meno di un mese fa, hanno stabilito che “gli enti locali sono autorizzati alla prosecuzione dell’accoglienza degli aventi titolo per un periodo di sei mesi, a decorrere dal 1° gennaio 2020, nel rispetto della normativa in materia di procedure di affidamento dei servizi di accoglienza” , e che “agli enti locali finanziati ai sensi del decreto ministeriale 10 agosto 2016, le cui attività di accoglienza sono ancora in atto al momento della pubblicazione del presente decreto, si applicano, fino alla scadenza del progetto, le disposizioni di cui al decreto del 10 agosto 2016, fatta salva l’applicazione del presente decreto e delle allegate linee guida relativamente alla disciplina in materia di prosecuzione e di ampliamento dei posti e relative modalità di ammissibilità e di valutazione, in materia di nuove strutture, nonchè della disciplina in materia di richieste di sospensione”.
La somma messa a disposizione è di poco superiore ai 530mila euro, di cui però 26mila sono direttamente comunali, costituiti dal costo risorse umane e immobiliari.
L’amministrazione comunale, però, intende andare oltre i sei mesi, e perciò ha anche “autorizzato la presentazione, con le modalità e nei tempi indicati dal ministero dell’Interno, della domanda di prosecuzione del progetto di accoglienza per il triennio 2020-2022”.
Da qualche mese, il servizio di accoglienza, portato avanti dalla cooperativa “Auxilium” e che conta 86 rifugiati complessivi di cui 50 posti di accoglienza ordinari, 22 aggiuntivi e 14 resettlement, non è più nella vecchia sede in piazza Moro, ma si è spostato in alcuni uffici del tribunale di via Planelli (clicca qui per articolo https://bit.ly/2Fr7Spm).