Quattro progetti per quattro aggregazioni di Comuni pugliesi sono stati candidati nell’ambito del Bando promosso dal ministero per i Beni culturali che finanzia, con 5.6 milioni di euro, interventi per la valorizzazione delle aree di attrazione culturale.
All’interno di questi raggruppamenti tutti i Comuni della Terra di Bari, sotto il coordinamento della Città metropolitana, hanno elaborato quattro progetti da oltre 300 mila euro l’uno che saranno utili a sostenere spese per l’acquisizione di servizi e consulenze dedicate all’elaborazione e predisposizione di progetti di gestione o riqualificazione dei maggiori attrattori culturali presenti in ogni città.
Si parte da “Route 96. La Murgia dell’Uomo”, con Altamura Comune capofila, che vede la partecipazione di Bitonto, Palo del Colle, Toritto, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle, Gravina in Puglia. L’idea è quella di progettare sulla direttrice SS 96, oggetto di un importante investimento infrastrutturale in corso, un’azione di valorizzazione e gestione integrata degli attrattori locali più importanti, rievocando le suggestioni della famosa Route 66 americana, nota per aver favorito la crescita di alcuni territori USA.
Si passa, poi, al progetto denominato “Valle d’Itria, Civiltà della Grazia”, che vede coinvolti i Comuni di Alberobello, Carovigno, Castellana Grotte, Ceglie Messapica, Cisternino, Fasano, Locorotondo, Martina Franca, Monopoli, Noci, Ostuni, Putignano, San Michele Salentino, San Vito dei Normanni, Villa Castelli. Un programma che si ispira alle emozioni e visioni poeticamente illustrate nel diario di viaggio del celebre critico d’arte Cesare Brandi quando così descriveva la Valle d’Itria: “tutta naturalità questa campagna: pianificata come una città, modellata come una statua, dipinta come un quadro, territorio in cui paesaggio agrario, architettura, arte si fondono in una visione senza barriere: campi, pascoli, colline, pianure, città, castelli, campanili, si mostrano come in un concerto dove ogni strumento ha un suono, mentre ogni colore sembra uscito dalle mani di tessitori che con mille fili e mille colori hanno trasformato queste terre in una magnifica arazzeria”.
Per finire con i restanti due progetti: “I Gioielli della Corona”, che ha come capofila il Comune di Bari e che vede la partecipazione diAcquaviva delle Fonti, Adelfia, Bitritto, Binetto, Bitetto, Capurso, Cellamare, Giovinazzo, Grumo Appula, Modugno, Triggiano, Valenzano, e Sannicandro, incentrato sulla valorizzazione dei castelli, dei centri antichi, delle chiese e “TerrAmare” con Polignano capofila e i Comuni di Conversano, Rutigliano, Casamassima, Turi, Mola di Bari, Noicattaro, Gioia del Colle, Sammichele di Bari. Un progetto, quest’ultimo, incentrato, su due aspetti: da un lato gli elementi ambientali e naturali, tutti accomunati dalla presenza dell’acqua, nelle molteplici forme (mare, laghi, lame, coste frastagliate, porti), dall’altro la storia nel suo divenire lento che ha segnato il territorio di testimonianze antiche e moderne. Un patrimonio archeologico di rilievo nazionale quale quello di Monte Sannace, cui si legano gli altri siti archeologici testimonianza dell’antico rilievo di questi luoghi, villaggi, chiese rupestri, jazzi, torri costiere, masserie che si aggiungono ai più noti castelli, cattedrali, monasteri ed abbazie e alle più recenti testimonianze di archeologia industriale.
“Con il sindaco Decaro e il vicesindaco Abbaticchio abbiamo lavorato in sinergia con tutti i Comuni – dichiara il consigliere delgato ai beni culturali, Francesca Pietroforte –. La prospettiva è quella di assicurare la permanenza dei turisti nella Città metropolitana potenziando e diversificando l’offerta attraverso la Bari guest card che integra trasporti, visite ai beni culturali e ambientali. È importante, quindi, riuscire a intercettare tutti i finanziamenti che ci vengono messi a disposizione per tesaurizzare le infinite potenzialità della Terra di Bari in termini culturali e turistici. Se Bari è già la prima città della Regione Puglia in termini di arrivi e presenze, siamo consapevoli del fatto che solo un’attenta politica culturale che sappia investire nell’area metropolitana, decentrando l’offerta e mettendo in luce il patrimonio anche dei centri più piccoli, possa essere la chiave per rafforzare e ampliare questo risultato”.