Sì al ritorno del Consiglio di amministrazione al posto dell’attuale amministratore unico. Ma i tempi non saranno per nulla celeri.
L’ultima assemblea ordinaria degli azionisti dell’Azienda servizi vari celebratasi qualche giorno fa ha dato il (parziale) disco verde a quanto già si vociferava da ben prima dell’estate. Anche in base alle ultime novità in materia di società partecipate (due su tutti: la legge 175 del 2016, e il decreto legislativo n°100 del giugno 2017), infatti, l’Asv dirà addio alla figura dell’amministatore unico per “riabbracciare” un Consiglio di amministrazione che sarà composto da tre membri, di cui uno sarà il presidente.
La riunione, quindi, ha di fatto approvato la delibera ad hoc di Giunta comunale, che chiede questo passaggio di organismi. Certificato proprio dalla legge Madia, secondo cui “l‘assemblea della società a controllo pubblico, con delibera motivata con riguardo a specifiche ragioni di adeguatezza organizzativa e tenendo conto delle esigenze di contenimento dei costi, può disporre che la società sia amministrata da un Consiglio di amministrazione composto da tre o cinque membri”.
E, secondo il ragionamento che arriva da Palazzo Gentile, per l’Azienda servizi vari avendo “un elevato grado di complessità organizzativa connesso alla dimensione assoluta del fatturato ed al numero dei dipendenti e svolgendo, per sua natura, un servizio pubblico locale di diretto impatto quali/qualitativo sul benessere dei cittadini (spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani)”, sarebbe più opportuno un organo amministrativo composto da tre membri, in quanto offre – o meglio, dovrebbe offrire – garanzie di una più efficace governance.
Già, ma quando avverrà questo passaggio? I tempi, quasi sicuramente, non saranno brevi. Il motivo è dato dal fatto che bisogna adempiere a due situazioni essenziali: la modifica allo statuto dell’Asv, e la gara a doppio oggetto per trovare un socio operativo al posto dell’attuale socio economico.
Per la modifica allo statuto, il primo passo è la convocazione dell’Assemblea straordinaria dell’azienda, che decide le modifiche statutarie da fare. Le quali, poi, dovranno ricevere il via libera dal Consiglio comunale.
Bisognerà, quindi, indire la gara a doppio oggetto, con la quale il Comune contemporanemaente si riprende la propria parte del 60 per cento messa in vendita, e mette sul mercato il 40 per cento che dal 2003 è in mano ai privati. Resterà sempre tale, ma il socio che arriverà sarà operativo, perché dovrà mettere a disposizione gli uomini per la raccolta dei rifiuti. Ed, eventualmente, per altri servizi.
Solo dopo si penserà al Consiglio di amministrazione, che avrà due membri scelti dalla parte pubblica e uno che sarà espressione del socio privato.
Come saranno scelti quelli del Comune? La legge 175 stabilisce che “gli amministratori delle società a controllo pubblico non possono essere dipendenti delle amministrazioni pubbliche controllanti o vigilanti”.
E poi aggiunge: “Nelle società di cui amministrazioni pubbliche detengono il controllo indiretto, non è consentito nominare, nei Consigli di amministrazione o di gestione, amministratori della società controllante, a meno che siano attribuite ai medesimi deleghe gestionali a carattere continuativo ovvero che la nomina risponda all’esigenza di rendere disponibili alla società controllata particolari e comprovate competenze tecniche degli amministratori della società controllante o di favorire l’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento. Coloro che hanno un rapporto di lavoro con società a controllo pubblico e che sono al tempo stesso componenti degli organi di amministrazione della società con cui è instaurato il rapporto di lavoro, sono collocati in aspettativa non retribuita e con sospensione della loro iscrizione ai competenti istituti di previdenza e di assistenza, salvo che rinuncino ai compensi dovuti a qualunque titolo agli amministratori”.
In teoria, quindi, nessun consigliere comunale, potrebbe ricoprire l’incarico.
Arriva anche il revisore legale? Sempre la legge 175 del 2016 sottolinea che “nelle società per azioni a controllo pubblico la revisione legale dei conti non può essere affidata al collegio sindacale”, attualmente composto da Massimo Saracino, Mariano di Bitonto, Cosimo Lisi.
Per questo, allora, sarà nominato anche un revisore legale dei conti dell’Asv, che dovrà essere necessariamente iscritto nel Registro dei Revisori legali istituito al ministero dell’Economia e delle Finanze.
Anche in questo caso, la scelta verrà effettuata tramite apposito Avviso Pubblico “da pubblicarsi sui siti internet istituzionali della Azienda Servizi vari S.p.A. e del Comune di Bitonto per un periodo non inferiore a 15 giorni, il cui testo dovrà essere espressamente approvato dall’Assemblea dei soci”, si legge nella delibera di giunta.