Non ha visto più nulla per un’ora, se non il buio della busta nera di plastica che gli avevano messo sul capo. Finché non è stato scaraventato nelle campagne a ridosso della strada provinciale 89, che collega Bitonto a Quasano, nel territorio della frazione di Mariotto. Solo allora ha ripreso a respirare e a cercare aiuto. È questa la terribile esperienza vissuta ieri mattina da un autotrasportatore di Trani, sequestrato da alcuni banditi mentre era alla guida del suo camion, diretto a Lucca.
L’uomo aveva appena lasciato l’azienda di metalli situata sulla strada provinciale 1, che collega Trani ad Andria, quando è iniziato il suo viaggio. Lasciata la provinciale, si è immesso sulla statale 16 Bis, da dove poi avrebbe preso l’autostrada per raggiungere la Toscana. Arrivato nel territorio di San Ferdinando, però, è stato inseguito e agganciato da alcuni malfattori a bordo di un’auto di grossa cilindrata, che gli hanno intimato di fermarsi in una piazzola di sosta. In quel momento, due persone col volto coperto sono scese dalla vettura: uno, armato, ha sparato alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio, probabilmente con una pistola a salve, mentre l’altro si è messo alla guida del camion per fuggire con il carico. Il camionista è stato immediatamente incappucciato con una busta nera, simile a quelle spesse per la pattumiera, e caricato in auto.
Il viaggio è durato quasi un’ora attraverso le campagne del territorio tra la Sesta Provincia e il Barese, per lunghissimi e interminabili 65 chilometri, finché è stato abbandonato nelle campagne dell’alta Murgia, nel territorio di Bitonto, nella frazione di Mariotto, a ridosso della provinciale 89. Appena si è accorto di essere libero dai suoi aguzzini, l’uomo ha cercato aiuto e ha chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato di Bitonto, che lo hanno accompagnato negli uffici di via Traetta per formalizzare la denuncia. Il mezzo, invece, è stato ritrovato dai carabinieri nelle campagne tra San Ferdinando e Cerignola, nel Foggiano, completamente depredato del carico, che è in fase di quantificazione.
Le forze dell’ordine che indagheranno sulla vicenda dovranno affidarsi alla conoscenza del territorio, vista l’assenza di telecamere di videosorveglianza stradali. Un episodio analogo era accaduto a marzo scorso, con le stesse modalità: un camionista, un 49enne di Canosa di Puglia, fu bloccato da tre uomini armati che svaligiarono il carico di elettrodomestici che aveva sul mezzo. Una pratica consolidata nel nord della Puglia, tanto che proprio sulle organizzazioni criminali paramilitari del nord Barese e del Foggiano si stanno concentrando le attenzioni dei carabinieri, a seguito dell’assalto al portavalori compiuto giovedì scorso sulla strada statale 613, che collega Brindisi a Lecce.
I militari stanno continuando ad analizzare i filmati degli impianti di videosorveglianza alla ricerca di particolari utili alle indagini: si cerca di comprendere l’arrivo dei banditi, il percorso utilizzato per la fuga con il bottino di circa tre milioni di euro dopo gli spari con il kalashnikov contro le guardie giurate e l’esplosione del blindato. Resta da chiarire anche come le otto auto e il furgone, rubati nel Barese, siano giunti a oltre 100 chilometri di distanza dal luogo del furto, per poi essere incendiati per ostacolare l’arrivo delle forze dell’ordine.