Il costituendo Comitato promotore dell’Arcipelago Neolitico Metropolitano, a seguito di notizie circa l’apertura del cantiere di edificazione di un complesso di villini sul sito neolitico di Palese, antico di 8.500 anni, prevista per lunedì prossimo, invita a partecipare ad una pubblica manifestazione sabato 25 agosto alle ore 18 davanti ai cancelli del previsto cantiere, in via Vittorio Veneto a Palese.
Le notizie giunte lasciano sgomenti i tanti cittadini che in questi anni si sono adoperati con crescente ansia ed impegno per la salvaguardia e la valorizzazione di una gigantesca area storica che, partendo dalla costa di Palese, interessa a ovest i territori di Giovinazzo, Modugno, Bitonto, Bisceglie, Molfetta, Terlizzi e si estende a est abbracciando le aree intorno allo stadio San Nicola, Carbonara, Ceglie e Torre a mare. Un tesoro storico-identitario immenso, come immense avrebbero potuto essere le ricadute sulla Cultura, l’Educazione, la Didattica, il Turismo, se per decenni non fosse ininterrottamente proseguita la cancellazione della Storia d’Europa partita dalla nostra terra. Le recenti scoperte nell’area di ampliamento della pista aeroportuale avevano fatto rinascere la speranza di una riconsiderazione di quanto emerso cinque anni fa nell’area costiera di Palese, un pezzo integro di un villaggio neolitico i cui reperti tombali, rarissimi, furono portati via dalla Soprintendenza prima dell’autorizzazione alla cancellazione di una straordinaria testimonianza della nostra Storia e di cui, da allora, non si è saputo più niente. La visione di un sistema territoriale storico-identitario stava, nei nostri cuori puliti e onesti, decollando. Ma non è servito a nulla, anzi forse, nella più ottusa delle ipotesi, così come ottusa fu la corsa a distruggere quanto emerso con le ruspe il giorno dopo il rilascio del nulla osta della Soprintendenza, ha suggerito di accellerare l’inizio della colata di cemento: quel cemento che, come stabilito per altri recenti tragici accadimenti, coprirà millenni di vita per resistere non oltre cinquant’anni.
Il Comitato Civico, come già discusso tra i tanti esperti che hanno dato la loro convinta disponibilità alla collaborazione, attuerà tutte le forme civilmente previste di protesta e si appellerà all’UNESCO, affinchè venga salvato da una vera foga talebana quanto ad oggi ha resistito e venga restituito alla disponibilità e fruizione di una comunità stanca dell’assenza di futuro.