L’idea abbraccia davvero gli interessi di tanti. Da un lato dei giovani fino ai 40 anni che hanno la possibilità di mettersi insieme e dar vita a progetti e idee interessanti e utili. Alle amministrazioni pubbliche, il Comune in questo caso, che potranno vedere valorizzati le loro terre incolte. Agli imprenditori, che potranno cogliere l’occasione di ridare vita a qualche ettaro di terreno che fanno fatica a coltivare giorno per giorno, o magari anche qualche rudere e/o casolare.
Appezzamenti di terra che, proprio perché abbandonati, sono riempiti magari da rifiuti di ogni tipo dagli incivili di turno, e sono materiale fertile per l’avanzare della Xylella, altro virus che la Puglia cerca da combattere da anni.
“SiBaTer”, insomma, è un mix di tante potenziali elementi positivi. Si tratta, innanzitutto, di un programma lanciato in realtà già anni fa dalla politica nazionale – con tanto di finanziamento – con l’obiettivo di recuperare terre abbandonate e incolte riservando risorse economiche per la valorizzazione dei beni non utilizzati nel Mezzogiorno del tacco d’Italia, dove l’agricoltura è ancora la fonte di ricchezza principale. E anche Palazzo Gentile, con una delibera di Giunta di qualche settimana fa, ha detto sì al da farsi rispondendo al bando lanciato dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci).
Il funzionamento è presto spiegato. Il primo passo da fare, allora, da parte dei singoli enti locali – e non sarà un qualcosa così breve da fare – è un censimento attento, certosino e puntuale di terre ed edifici pubblici abbandonati (“Bitonto – sottolinea il vicesindaco Rosa Calò – ha una estensione che con le campagne si spinge fino ad Altamura, e per quanto riguarda il Comune ha delle terre di proprietà nella zona dell’Alta Murgia, ma bisogna capire effettivamente quanto siano utili alla causa”). Si tratta di terreni – riferisce la normativa – sui quali non sia stata esercitata l’attività agricola minima da almeno dieci anni, quelli oggetto di rimboschimento artificiale o in cui sono insediate formazioni arbustive ed arboree, dove non siano mai stati attuati interventi di sfollo o diradamento negli ultimi 15 anni, e tutte quelle aree edificate a uso industriale, artigianale, commerciale, turistico-ricettivo in stato di abbandono o degrado da almeno 15 anni.
Una volta finito il censimento, saranno pubblicati gli appositi Avvisi per la concessione sulla base di progetti di valorizzazione presentati da giovani fino ai 40 anni, che ovviamente avranno la possibilità di unirsi in cooperative o società ad hoc. Le terre saranno assegnate per massimo nove anni, e i progetti che si possono presentare possono essere tra i più svariati, anche quelli che paradossalmente potrebbero prevedere cambi di destinazione d’uso.