APPELLO DEL SINDACO FRANCESCO PAOLO RICCI ALLA CITTADINANZA:
Care concittadine e cari concittadini,
quello appena iniziato non è semplicemente un percorso amministrativo, ma un’esperienza civica nuova, per impegnarmi nella quale sento il bisogno di chiedere pubblicamente, sin da ora, la partecipazione attiva di noi tutti.
Siamo Noi a doverci impegnare, non altri: Noi, insieme, perché la nostra città sarà per tutti una casa accogliente, ricca di opportunità di crescita e di incontro, solo nella misura in cui sapremo superare la distinzione tra amministratori e amministrati, per sentirci innanzitutto e semplicemente cittadini, membri attivi di una famiglia grande, nella quale l’ambizione più alta di ognuno è rendersi utili per chi ci è di fianco.
In questi mesi abbiamo sognato insieme per questa città un futuro grande, che sa di sfida e di rivoluzione, specie ripensando ai tempi di chiusura, isolamento e ripiegamento su se stessi vissuti a causa della pandemia.
Un futuro di nome . Già la parola lo dice: non può essere il sogno di uno solo, né qualcosa da sognare ognuno per sé. E se non vogliamo che resti solo una bella utopia, dobbiamo fare in modo che a coltivarla sia una . Riconoscerci comunità implica una decisione radicale: rinunciare alla sterile, e purtroppo tanto in voga oggi, difesa dell’identità e del proprio, e, soprattutto, rinnegare quella miserabile forma di politica che mira a fare della cosa pubblica un mezzo per assicurarsi la tutela del proprio interesse, della propria piccola
rendita, della proprietà privata.
Scoprirci comunità – perché è questo che saremo chiamati a fare, riscoprire noi stessi come un collettivo – significa riconoscere la nostra comune impossibilità di essere ciò che spesso ci sforziamo ostinatamente di restare: individui isolati. Significa mettere da parte egoismi e protagonismi di ogni sorta: non più ognuno per sé e il Comune per tutti, ma ognuno per l’altro e il Comune come sé. Questo vorrei: che il “Comune” non indicasse più un’istituzione al di sopra delle nostre vite particolari, ma diventasse il nome pubblico di ciascuna e di ciascuno, l’abito che ogni cittadina e ogni cittadino di Bitonto, Palombaio e Mariotto veste quando al mattino
esce di casa e percorre gli spazi della città, lavora, studia, produce, consuma, fa volontariato, fatica e fa festa con gli altri e per gli altri.
Non si tratta di moltiplicare richieste da accontentare e benefici da elargire. Non basterà dare una risposta soddisfacente a ciascuna e ciascuno. Nella Politica con la
“P” maiuscola, la somma non fa mai l’intero. È a questo
intero complesso e prezioso, la nostra Comunità, appunto, che vi chiedo di dare, ognuno secondo le proprie inclinazioni e possibilità, il vostro contributo.
Non c’è comunità se, ad esempio, l’interesse di Bitonto è messo in competizione con l’interesse di Mariotto, ol’interesse di Mariotto è messo in competizione con quello di Palombaio. Non c
’è comunità se dividiamo la città tra persone perbene e persone permale. Non c’è comunità là dove resistono gerarchie, esclusioni, distinzioni
economiche e sociali. Saremo comunità bitontina insieme, o non lo saremo affatto.
È una Politica del , quella che ci aspetta: la scommessa di una città nella quale priorità assoluta sarà ritessere legami, riannodare rapporti, ricostruire coesione, camminando fianco a fianco, dandosi una mano nella certezza che nessuno dovrà essere lasciato indietro.
Condivisioni e contatti: questi slogan della società digitale diventino per noi le parole d’ordine di uno stile di cittadinanza concreto, fatto di relazioni personali, sguardi e strette di mano, progetti di rigenerazione urbana e laboratori civici, centri d’ascolto e occasioni di aggregazione. Mescoliamo i nostri progetti, le nostre risorse e le
nostre necessità. E in quella mischia – siatene certi – ogni giorno mi troverete, ogni giorno ci troverete, non per guidare ma per servire.
Buon lavoro a Noi!