La Costituzione Italiana riconosce il diritto alla salute definendolo un diritto fondamentale dell’individuo. Così recita il I° comma dell’art. 32, ad esso interamente dedicato: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Il diritto alla salute, come diritto sociale fondamentale, viene tutelato anche dall’art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Per garantire il diritto alla salute, e quindi il diritto ai trattamenti sanitari, le Istituzioni hanno il dovere di predisporre le strutture idonee e di realizzare ogni altra condizione necessaria per offrire l’assistenza sanitaria alla comunità. Così non è, purtroppo.
Se da una parte vengono limitati o sospesi, e si può ragionevolmente accettare perchè nell’interesse di tutti, i diritti alla mobilità, alla socialità, al benessere psico-fisico, alle proprie libertà individuali. Dall’altra e assolutamente inaccettabile e incostituzionale che vengano negati diritti fondamentali e ineludibili.
Ed è ciò che accade nella nostra regione, ma non solo, dove a seguito della conversione in atto di 90 posti letto alla cura del Covid-19, all’ospedale San Paolo di Bari viene chiusa anche l’Unità operativa semplice di pianificazione familiare dove si eseguono le IVG (Interruzioni Volontarie di Gravidanza) sia chirurgiche che farmacologiche, oltre a consulenze per gestazione e contraccezione, lasciando di fatto senza assistenza qualificata molte donne per le quali erano già stati programmati gli interventi, a vario titolo. Non dimentichiamo che la scelta, in autodeterminazione, di ricorrere all’interruzione della gravidanza è sempre una scelta difficile e dolorosa e il Servizio Sanitario Nazionale ha il dovere etico e morale di gestire, tutelare e assistere tali umane e difficili scelte.
Quello d’interrompere la gravidanza è un diritto garantito dalla legge 194 del 1978 e ha tempistiche ben definite che non consentono riprogrammazioni. La legge 194/78 pone come spartiacque il 90esimo giorno di gestazione. Entro il terzo mese le motivazioni per interrompere la gravidanza possono essere non solo mediche ma anche economiche, sociali, familiari, o per previste malformazioni del concepito che potrebbero comportare un pericolo per la salute psicofisica della donna. L’interruzione può essere inoltre richiesta entro il sesto mese di gestazione, dopo l’accertamento di malformazioni fetali o per danni fisici o psicologici derivanti alla donna dal proseguimento della gravidanza.
Il sistema sanitario regionale, causa anche la mancanza di un efficiente e capillare sistema di assistenza territoriale, mostra gravi ritardi e inadeguatezze con conseguenti Diritti all’assistenza sanitaria che vengono negati a vari soggetti in situazione di debolezza e criticità, come sono appunto le donne nei reparti IVG ma anche i malati oncologici o chi deve essere sottoposto ad interventi chirurgici. Questo nonostante la professionalità e lo spirito di sacrificio, a volte anche a costo della propria vita, del personale sanitario gravato di un impegno lavorativo e di responsabilità oltre ogni umana ragionevolezza.
L’ANPI di Bitonto, avendo come unico scopo la salvaguardia e l’applicazione dei principi costituzionali a beneficio di tutti i cittadini:
· esprime vicinanza e solidarietà a tutto il personale sanitario impegnato in prima linea in questa grave situazione pandemica;
· auspica che le Istituzioni, a vari livelli di competenza, ripristino e salvaguardino il DIRITTO ALLA SALUTE e alle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini pugliesi, ponendo particolare attenzione ai soggetti più esposti e non solo ai soggetti Covid;
· invita tutte le Istituzioni locali, le forze politiche, e le realtà associative che prestano servizio alla persona, ad affiancare l’ANPI e rendersi parte attiva per la tutela e garanzia dei diritti inviolabili delle persone.