Anche Palazzo Gentile
dice “no” alle teorie razziste di Cesare Lombroso, il fondatore di una scienza
che si poggiava sulla tesi dell’uomo delinquente nato o atavico.
Nei giorni scorsi,
infatti, dal Comune è arrivato il via libera all’adesione al Comitato tecnico
scientifico “No Lombroso”, che si batte da qualche anno per evidenziare il
disvalore delle teorie del medico e criminologo veronese.
Nato nella città di
Romeo e Giulietta nel 1835 e morto a Torino nel 1909, Cesare (anche se in
realtà il vero nome era Marco Ezechia) Lombroso è famoso per il suo studio e la
convinzione del cosiddetto “criminale
per nascita”, secondo cui l’origine del comportamento criminale era insita
nelle caratteristiche anatomiche del criminale, che era una persona fisicamente
differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie ed atavismi, che
ne guidavano il comportamento socialmente deviante. Di
conseguenza, secondo il medico, l’inclinazione al
crimine era una patologia ereditaria e l’unico approccio utile nei confronti del
criminale era quello clinico-terapeutico.
La scienza moderna ha
però dimostrato che le sue teorie, vista anche la presenza del fattore
ambientale che condiziona e non poco la vita umana, sono da considerarsi
pseudoscientifiche.
Ebbene, il Comitato
scientifico “No Lombroso” cerca di ribadire l’assoluta non validità della
dottrina del medico veronese, e nel contempo è soprattutto impegnato nella
restituzione delle spoglie trattenute ingiustamente nel museo di Antropologia
criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti che abbiano fatto
richiesta per una degna e cristiana sepoltura. E, in modo particolare, quelle
di Giuseppe Villella, già cittadino di Santa Lucia (Cz), additato come il
“delinquente per natura” e che da anni crea un danno d’immagine non
indifferente per la Calabria.
L’adesione di Palazzo
Gentile (che sarà una sorta di testimonial) alle idee e agli scopi del Comitato
è assolutamente gratuita.