Da
lunedì ci saranno due ragazzi dell’Istituto “Vitale Giordano”
che, per dieci giorni e per un totale di 60 ore, saranno impegnati
all’Ufficio Demografico per catalogare l’archivio cartaceo del
cimitero.
Ci
sono stati altri studenti del Liceo classico che hanno maturato una
esperienza in Biblioteca comunale, oppure altri alla polizia
municipale e Protezione civile, e all’Ufficio Tributi.
È la
risposta all’alternanza scuola-lavoro promossa dal Comune di Bitontoche, in base alle sue possibilità – spazi e personale disponibili
– cerca di offrire una prima, piccola, opportunità lavorativa agli
studenti delle scuole medie superiori di secondo grado.
Dall’anno
scolastico in corso, infatti, con la legge “Buona
scuola”, tutti gli
istituti superiori devono, obbligatoriamente, promuovere per i
ragazzi delle terze e quarte classi alcuni percorsi di alternanza
scuola-lavoro, cioè piccole opportunità che permettano agli
studenti di approcciarsi con le prime realtà lavorative, cercando di
mettere in pratica tutto quello che imparano sui banchi di scuola.
L’alternanza,
in realtà, è già attiva dall’anno 2015-2016, ma adesso è
diventata obbligatoria. Anche per questo, allora, da Palazzo Gentile
hanno assunto l’impegno di “ospitare
presso le proprie strutture, nei limiti delle disponibilità di
risorse strumentali ed umane all’uopo necessarie e senza
pregiudizio per l’ordinario funzionamento dell’Ente,
l’espletamento di attività di tirocinio, stage ai sensi della
vigente normativa nazionale e regionale”,
come recita l’apposita delibera di giunta approvata qualche giorno
fa.
“Sono
tante le scuole – sottolinea
il vicesindaco Rosa Calò – che
ci hanno contattato chiedendoci di poter espletare nei nostri uffici
questa novità introdotta dalla riforma del Governo Renzi. Purtroppo,
infatti, nel nostro territorio non c’è la possibilità di poter far
svolgere l’alternanza nelle aziende, che spesso non hanno il
personale adatto per affiancare i ragazzi. Abbiamo deciso, allora, di
metterci a disposizione delle scuole mettendo quello che possiamo”.
Attivare
il tutto, però, non è facile, perché bisogna firmare una
Convenzione tra gli enti in questione, trovare gli spazi adatti per
ospitare gli studenti, capire bene in quali attività impiegarli
anche in base alle materie studiate, avere a disposizione una risorsa
umana che faccia loro da tutor e da formatore.
Qualche
passo è stato compiuto in tale direzione, si è visto, ma non tutto
si può fare.
“Anche
al Comune – ammette il
vicesindaco – abbiamo le
nostre difficoltà, perché ci manca il personale sufficiente e gli
spazi adatti per offrire questo servizio, e tentiamo di fare quello
che possiamo”.