È ora di far
conoscere l’attività di formazione e informazione in materia di “Bitcoin”
svolta finora dall’Associazione senza scopo di lucro “Bitcoin Foundation
Puglia”, regolarmente registrata all’Agenzia delle Entrate, e con sede
legale a Cassano delle Murge in Piazza Aldo Moro. Il culmine di tale attività è
stato toccato dallo short master
“Criptovalute e BitcoinStrumenti teorico-pratici per operare con le nuove valute
digitali decentralizzate”, coordinato dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari.
Si potrebbe
riassumere così l’intervista all’avv. Giuseppe Grisorioin
presenza della bitontina avv.Romina Centrone,
rispettivamente presidente e vicepresidente con delega alla formazione dell’Associazione
pugliese, di recente convocati in Parlamentoassieme ad altri
esperti italianiper preparare una bozza di proposta di legge con riguardo alla
ostica tematica in oggetto. Si ricorda che le banche centrali
e gli stati non sanno ancora come fronteggiare questa nuova tecnologia digitale
che ad alcuni pare proprio il futuro dei sistemi di pagamento.
Qual è la definizione elementare di “Bitcoin”?
«Il Bitcoin è una criptovaluta; le
criptovalute sono valute complementari,digitali e decentralizzate. Le definisco: “valute” perché non le posso
chiamare “monete”, in quanto la moneta da un punto di vista giuridico è
espressione della sovranità statale, mentre da un punto di vista pragmatico è
un conio di un metallo; “complementari” perché non si sostituiscono alle valute
che hanno corso legale ma le affiancano, come potrebbero funzionare per esempio
un buono pasto o il vecchio gettone della cabina telefonica (questi ultimi due sono
valute di scopo, utilizzabili solo per determinate operazioni ma soprattutto
non convertibili in valuta avente corso legale); “digitali” perché non esistono
sotto forma di conio ma sono virtuali: dietro il Bitcoin non c’è un’azienda, un
proprietario, non c’è MrBitcoin che le produce, perché la valuta viene prodotta
con sistemi informatici Peer-to-Peer (da pari a pari); per tale ultimo motivo
sono anche “decentralizzate”, ovverosia non emesse da una banca centrale».
Quali sono le peculiarità della valuta in discorso?
«Il Bitcoin nasce nel 2009 da una mailing list
di crittografia, con lo scopo di creare un sistema dove la fiducia che noi ora
riponiamo nei sistemi di governo centralizzati come le banche viene sostituita
da una prova crittografica. Tutte le transazioni
di Bitcoin sono pubbliche (anche
se non sono pubblici mittente e destinatario, ma sono identificati con una
stringa alfanumerica, in realtà sono pseudoanonime), tracciabili, gratuite, e
dato che ci sono su un file informatico sono teoricamente infinite, cioè dovrebbero essere perpetue così come la tecnologia
sul web. Nel contempo, la quantità di Bitcoin è finita, infatti il numero
totale di Bitcoin che possono essere messi in circolazione è di 21 milioni: questa
curva cresce in una maniera geometrica, dimezzandosi all’incirca ogni quattro
anni. Quindi all’inizio, nei primi 4 anni di produzione dei Bitcoin, c’era una certa
ricompensa che era di 50 Bitcoin, e con il tempo si è andata dimezzando; adesso
siamo a 12,5. Secondo alcune stime, l’ultimo Bitcoin verrà prodottonel 2130.
Poi non ne verranno prodotti più, pertanto la quantità di 21 milioni sarà
quella definitiva e non potrà mai da nessuno essere modificata, nemmeno dai
singoli Stati».
Quali sono i vantaggi che scaturiscono da
questo sistema?
«Un sistema che utilizza i Bitcoin a livello
statale renderebbe tecnicamente impossibile l’evasione fiscale, perché non
sarebbe possibile evadere. Un dato è che nei primi sei mesi del 2016 in Italia
sono stati depositati (non prelevati) in istituti bancari 96 miliardi di euro, di
contante, lo strumento anonimo per eccellenza. Ebbene, è noto che negli episodi
di corruzione non si effettua la transazione con il bonifico, in quanto
pagamento tracciato, ma si porta la classica valigetta di contanti…Inoltre, si
avrebbe una moneta mondiale di internet prodotta in maniera paritaria».
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