«L’intelligenza artificiale è una disciplina che studia metodologie per implementare sistemi informatici intelligenti in grado di emulare le capacità ed il comportamento del pensiero umano. La comprensione del linguaggio, la pianificazione di processi complessi, l’elaborazione di immagini, la concettualizzazione o l’apprendimento sono, per esempio, tutte attività che tipicamente riteniamo intelligenti. Per automatizzare queste capacità è necessario integrare teorie, modelli e pratiche provenienti da diversi settori scientifici quali la logica, la matematica e neuroscienze, ma anche prevenienti da studi umanistici quali la filosofia del pensiero, le scienze cognitive e sociali. Inoltre, i modelli teorici di AI devono essere in pratica codificati in algoritmi ed installati su elaboratori elettronici. Questo richiede competenze in programmazione, ingegneria del software e delle infrastrutture informatiche».
Sono le parole di Gaetano Rossiello, premiato, giovedì scorso, sul palco del Teatro “Traetta” in occasione di “#EssereVitale: Bitonto tra Scienza e Innovazione”, manifestazione culturale organizzata dall’Associazione “V. Giordano”, con il patrocinio del Comune di Bitonto e dell’Università degli Studi di Bari e la partecipazione dell’ITE “Vitale Giordano”.
Nato a Bitonto, ma residente oggi negli Stati Uniti d’America, Rossiello ha ricevuto il premio “Cittadino di Bitonto nel mondo”, per i suoi meriti scientifici nella ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale. Un ambito che, oggi, abbraccia qualsiasi aspetto della nostra quotidianità: «È applicata in ambito medico per aiutare i medici nelle diagnosi. In ambito scientifico per rendere gli esperimenti più efficienti e scalabili. In campo finanziario per predire andamenti di mercati, per creare portafogli automaticamente o per la gestione del rischio. Nei social media per suggerire nuovi amici o proporre pubblicità mirate. Nel campo dell’e-commerce per raccomandare nuovi articoli. I motori di ricerca e i sistemi di estrazioni di informazioni usano storicamente tecniche di AI per l’elaborazione del testo. In biotecnologia, modelli di AI vengono usati per generare nuove sequenze di proteine. Questi sono solo alcuni esempi, ma la lista è davvero lunga».
Ospite della serata è stato, insieme a Rossiello, il professor Gaetano Calamita, del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università degli Studi di Bari “A. Moro”. Calamita ha invece parlato delle sue ricerche sulle acquaporine, proteine presenti nella membrana cellulare, con il compito di «il compito di facilitare lo scambio dell’acqua tra l’interno e l’esterno della cellula. Senza di esse, molto processi cellulari non avverrebbero o sarebbero talmente lenti da essere incompatibili con la vita».
«Una ricerca che ha parecchi ambiti di applicazione: quello farmacologico, per modulare la funzione di queste proteine a scopi terapeutici. Altre applicazioni posso essere in ambito biotecnologico, biomedico o nelle scienze dei materiali. Ad esempio, queste acquaporine possono essere utilizzate per la produzione di membrane biomimetiche, per la filtrazione dell’acqua» spiega Calamita, che sottolinea l’importanza della ricerca: «Fare ricerca significa progredire. Se non si fa ricerca non ci può essere progresso, né scientifico e tecnologico, ma anche sociale»