Stavolta, la voce di Gino Ancona è più amareggiata di sempre. Lo fa adirare – nostro eufemismo – non solo la minaccia della discarica Fer.Live in Contrada Colajanni, ma soprattutto una sorta di fatalistica inerzia diffusa che serpeggia per la nostra città. Il suo intervento in coda ad un molto interessante incontro tenutosi presso la Sala degli Specchi (“bravi tutti i relatori, ma i nostri interlocutori dov’erano? Perchè non c’era nessuno della Città Metropolitana? Sarebbe stato bello guardarli negli occhi“, commenta sarcastico) ha indicato la strada: “Emanare una ordinanza sindacale che, per supremi motivi di salute pubblica, possa bloccare tutto“. Da quel giorno, è calato uno strano silenzio, in attesa del pronunciamento del Tar il prossimo 10 gennaio, “ma sappiamo che le carte potrebbero dire una verità che non corrisponde alla realtà“, attacca l’anarchico. “Sappiamo benissimo quale business crcoli intorno alla realizzazione di impianti del genere da sempre e sappiamo pure come sono andate a finire certe storie, con buona pace dei cittadini comuni che si sono ritrovati un aumento vertiginoso di tumori, persino in soggetti giovanissimi, ma pure una terra offesa e inquinata al punto tale che il nostro olio quasi non lo vuole più nessuno“. “Per questo mi chiedo: ma cosa abbiamo deciso di fare?” è la domanda tagliente e dolorosa di Ancona…