Esattamente come in una commedia di Plauto.
Sembra, infatti, proprio la trama di un’opera dell’autore latino la curiosa vicenda del pregiudicato bitontino Vincenzo Mundo, 46 anni, in carcere per cinque mesi per una rapina in gioielleria che non avrebbe mai commesso.
A scagionarlo è stato proprio l’autore del reato suddetto, incontrato per caso in cella, che ha deciso di confessare.
I due sarebbero così somiglianti da aver indotto in errore gli inquirenti e il giudice che avevano seguito il caso.
Dunque. Era il primo giorno di marzo di un anno fa, quando un commando di tre uomini fece irruzione in una gioielleria di Sannicandro, svaligiandola.
Dei rapinatori, l’unico senza passamontagna era stato beccato dalle telecamere.
I carabinieri, coordinati dal pm barese Fabio Buquicchio, riconoscono appunto Mundo, che a settembre si vede scattare le manette ai polsi.
Dietro le sbarre, a Bari, incontra per caso il 45enne barese Riccardo Antonio Corsini, ospite delle patrie galere per un’altra rapina.
L’uno è il sosia dell’altro e tutti per questo li scambiano per gemelli.
Col passare dei giorni, Corsini sente un rimorso di coscienza farsi strada dentro, ritenendo ingiusto che un “innocente padre di famiglia” si possa ritrovare al fresco senza averne colpa.
Già perché quella rapina l’aveva messa a segno proprio lui.
Allora, con un’accorata epistola, convince della sua colpevolezza il magistrato, che subito avvia un nuovo procedimento.
Mundo e il suo sosia sono comparsi in tribunale uno accanto all’altro.
Al principio dell’udienza, il pm ha chiesto il proscioglimento dell’imputato, difeso dagli avvocati Nicola Quaranta e Massimo Roberto Chiusolo, e la sua immediata scarcerazione.
Accogliendo la richiesta di immediata remissione in libertà, il tribunale ha però ritenuto necessario dover disporre una perizia antropometrica rinviando al prossimo 9 febbraio per l’affidamento dell’incarico al perito.