Era
il 14 marzo scorso quando in consiglio comunale tornò in aula, dopo un primo
approccio del gennaio 2016, il Documento
Unico di Programmazione che serve all’Ente comunale per affrontare in
maniera strategica la programmazione economico-finanziaria del triennio
successivo.
Tra
gli argomenti di discussione è rientrata la faccenda riguardante l’Azienda Servizi Vari di Bitonto.
Tra
gli emendamenti ci fu la proposta del socialista Franco Mundo, sostenuta da Domenico
Damascelli (FI) che ricordava come il Comune di Bitonto «affida il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti
alla SANB S.p.A. (Servizi Ambientali per il Nord Barese), una società che non è
operativa e non è in grado di assolvere al compito per il quale è stata
istituita, la SANB non ha né i mezzi né le autorizzazioni per provvedere ai
servizi che oggi fa l’ASV». «Bisogna
rendere l’ASV un’azienda totalmente comunale, acquisendo anche il restante 40%
delle quote dai privati – suggeriva il consigliere –. Non ha senso vendere l’azienda per poi fare
una gara per l’affidamento del servizio di nettezza urbana e magari affidarsi
nuovamente all’ASV, che nel frattempo non sarà più pubblica, ma si andrà a
pagare il privato». A loro facevano eco anche i consiglieri Pd Francesco Ricci e Franco Natilla che ricordava come «la SANB esiste soltanto ad oggi come
atto costitutivo. Non è una società operativa, esiste solo su carta».
Michele Daucelli, intanto, assicurava che la Giunta è
stata costretta ad approvare il DUP entro il 31 dicembre e che “Nessuno vuole svendere l’ASV”. (Leggi
l’intero articolo qui: http://bit.ly/251xyiN).
Nel frattempo, lo scorso 25 ottobre si è tornati in aula con lo
stesso Documento tra le mani della massima assise e il segretario generale, Salvatore Bonasia, si è espresso in
merito alla vendita delle quote comunali sull’ASV: “La decisione del Consiglio comunale è stata giusta – ha scandito – perché, in base al Regolamento sulle società
partecipate e al Decreto 175 del 2016, l’Azienda Servizi Vari non è conforme
alla normativa vigente per le modalità in cui è stata costituita, e anche se
dovesse cambiare lo Statuto, il risultato sarebbe sempre lo stesso” (Leggi
qui il resoconto del consiglio: http://bit.ly/2dFnmpt).
In realtà non sarebbe corretto parlare di conformità alla
normativa vigente, bensì della concreta opportunità, per l’intera collettività
bitontina, di adeguare l’assetto giuridico della propria Azienda, patrimonio e
ricchezza della comunità, agli obiettivi strategici che occorre raggiungere.
L’acquisto delle azioni del privato, infatti, andrebbe effettuato
affinché la Società possa acquisire lo status di società “in house” e, pertanto, poter gestire in proprio, tramite
affidamento diretto, tutti i servizi strumentali.
Non v’è dubbio alcuno che questo assetto, in prospettiva futura,
darebbe, in primis, benefici all’Amministrazione comunale, qualsiasi essa sia,
e, quindi, all’intera comunità.
Pare, in realtà, che la SANB non possa prendere direttamente in carico il servizio di spazzamento, ma questo
sarebbe svolto dall’ASIPU di Corato che affitterebbe, a Bitonto e ai comuni inseriti nell’ARO
BA/1, mezzi e capannoni, fermo restando che tutto il personale dell’ASV sarebbe salvato rimanendo affidata alla
responsabilità dell’azienda bitontina la sola cura dei servizi cimiteriali.
Anche
questa ipotesi appare poco percorribile, stante la oggettiva, ad oggi, prossima
potenziale messa in liquidazione della SANB,
pare per il sopravvenuto quasi azzeramento del suo capitale sociale, poiché in punta
di diritto una Società legalmente costituita per svolgere determinati servizi (igiene
urbana nei Comuni, Molfetta, Bitonto, Corato, Terlizzi e Ruvo di Puglia,
costituenti l’ARO BA/1) non può essere surrettiziamente surrogata, nei propri
compiti, da un’altra Società vieppiù legata a filo doppio ad uno dei Comuni (Corato)
socio della stessa SANB.
Ma quale sarebbe stata
la soluzione ottimale? «Adoperarsi concretamente per far tornare l’ASV pubblica, scindendo da
questa il lato commerciale», commenta l’Amministratore Unico Vincenzo Castellano. Sono, infatti,
numerose le gare cui ha partecipato l’Azienda negli ultimi tempi a cominciare,
buon ultima, da quella dell’ARO FG/6 (Lucera),
passando per quella del LE/10 (Ugento),
di BR/2 (Brindisi), del LE/3 (Copertino) oltre ad alcune già
aggiudicate all’Azienda quali quella di Cerveteri e quella di Mesagne oltre
alla possibile aggiudicazione della gara espletata da CONSIP per conto dell’ARO
BA/4 (Altamura, Gravina di Puglia,
Santeramo in Colle, Poggiorsini, Grumo Appula, Toritto e Cassano delle Murge).
Una società, quindi, viva e vegeta, in attivo di bilancio, con
un numero di amministratori, inferiore al numero dei dipendenti, che, oltre
all’area comunale, copre e/o si prepara a coprire alcune aree extra comunali anche fuori della regione e che, in
prospettiva, corre il rischio di non servire più la nostra città.
I risultati raggiunti sono sicuramente positivi, ma ci sarebbe ancora molto da lavorare: «Abbiamo cominciato con la differenziata porta a porta, ma il
percorso di sensibilizzazione e informazione è, per certi versi, ancora da
sviluppare e far crescere nella coscienza di tutti gli utenti e della
popolazione bitontina in generale. Abbiamo presentato, già da svariati mesi, un
progetto per la raccolta differenziata
porta a porta allargata a tutta la città che rivede in chiave critica e
migliora quello presentato, illo tempore, dalla Società ESPER del Dott.
Tornavacca; ovviamente l’allargamento del PaPa tutta la città dovrà, per ragioni di ordine tecnico-operativo, essere
perseguito per gradi e, penso, per quartieri. Purtroppo, allo stato, la
risposta ufficiale, circa l’avvio di codesto servizio, da parte dei competenti
uffici tecnici comunali è stata negativa adducendo problematiche legate alla
carenza di risorse finanziarie atte a coprire i maggiori costi che
comporterebbe l’allargamento del PaP alla totalità degli utenti bitontini»
Quindi
cosa ne pensa della proposta fatta da Fiorella
Carbone, del Comitato di Quartiere 6,
per la differenziata su via Traetta?
«Beh, il problema non è
semplice: se si dovesse decidere di estendere sulla sola via Traetta la
differenziata porta a porta, dovremmo, prima di tutto, senza contare gli
investimenti necessari in mastelli, lettori dei microchip e mezzi d’opera,
sensibilizzare la popolazione, informarla e, soprattutto, rimuovere i cassonetti
in tutta la zona. Ovviamente, quindi, tutti i cittadini che abitano nelle traverse di via Traetta (e sono
moltissime!) dove andrebbero a
conferire? Non è un’operazione semplicissima e sarebbe lontana dall’organicità del progetto originario presentato
dall’Azienda».
Per
il verde pubblico invece, come siamo
messi?
Scuote
il capo, l’ing. Castellano: «Preferisco
non esprimermi… la situazione è molto
critica ed è sotto gli occhi di tutti. Non c’è stata e non c’è la giusta cura
e manutenzione del patrimonio arboreo comunale né viene effettuata nei momenti nei
quali bisogna farla».
Significa che è possibile
che si ripresenti la processionaria? «Con buona probabilità, sì …».
Ci
sono stati dei lavori straordinari
quest’anno, come il lavaggio dei cassonetti e delle piazze, l’istallazione
di nuovi cestini stradali e “monumentali” muniti di spegnicicche come sono stati finanziati?
«Sì, abbiamo effettuato il
lavaggio dei cassonetti per due volte durante l’estate, abbiamo lavato piazza
Marconi, piazza San Pio, piazza Cavour ed era previsto anche quello di piazza
Cattedrale, rimandato a causa della pioggia. Come dicevi sono stati istallati i
nuovi cestini, oltre a nuovi cassonetti stradali da 2400 lt, tutto grazie alla oculata gestione delle risorse finanziarieed a un notevole risparmio sulle risorse
destinate, per esempio, alla manutenzione del parco autoveicoli senza
inficiarne l’operatività, che ci hanno permesso, vieppiù, l’acquisto di nuovi
mezzi d’opera e il ritorno in pieno servizio operativo di altri mezzi, penso
alle tre lavacassonetti e alla lavastrade, inutilizzati da diversi
anni. Per dare un’idea, nel 2015 abbiamo
chiuso il bilancio 2014 con un utile di circa 300 mila euro, così come con
un utile più marcato si è chiuso il
bilancio 2015 al netto dell’accantonamento prudenzialmente appostato
conseguente al credito vantato dall’Azienda, nei confronti di una persona
giuridica, che ancora non è stato possibile esigere; anche quest’anno, al 31/08,
una proiezione ci dava, con somma soddisfazione per il lavoro di squadra svolto,
in attivo di circa 300 mila euro, nonostante la sfavorevole congiuntura e gli
ulteriori notevoli investimenti in materiali e mezzi d’opera».
La vostra ricetta? «La sensibilità e l’abnegazione su cui si
fonda quest’azienda, fatta da uomini che credono, rispettano e amano il proprio
lavoro servendo, così, al meglio delle proprie potenzialità la collettività
bitontina e facendosi trovare sempre pronti alla bisogna. Non è facile gestire una città così grande, estesa e,
culturalmente, molto variegata, ma noi ce la si mette tutta contando, è
fondamentale, sull’aiuto di tutti, forze politico amministrative, forze
dell’ordine ma, soprattutto, dei cittadini
di buona volontà».