La parola d’ordine è leggerezza.
Perché è quella sensazione da sempre presente quando ci si imbatte in qualcosa di Michele Mirabella.
La percepisci da tantissimi anni, laddove uno dei nostri orgogli ci accompagna tutte le mattine su Rai3 nei suoi programmi di divulgazione scientifica e di sani consigli sulla nostra salute. E la intravedi anche leggendo l’ultima fatica letteraria, “Quando c’è la salute – Storie vere o supposte: curiosità, miti e dicerie della medicina”, che della trasmissione televisiva è figlia diretta proprio su volontà di mamma Rai, assai desiderosa di una sorta di almanacco, e presentato qualche pomeriggio fa alla Galleria Devanna.
Scritto a quattro mani con Sandro Settimj e presentato con Michele Perrini, anestesista del Policlinico di Bari, il libro è un concentrato di tante cose. Un compendio leggero di informazioni, miti, curiosità, modi di dire, dicerie, pettegolezzi e illazioni che circondano la storia della medicina, una sorta di dietro le quinte medico-sanitario di eventi, scoperte e personaggi antichi e moderni (la sordità di Beethoven, la cataratta di Monet, l’attacco di emorroidi prima della battaglia decisiva di Waterloo capitato a Napoleone, l’origine dell’influenza e della penicillina, tanto per dirne qualcuna), in cui il lettore potrà scoprire verità o supposte tali, col sorriso sulle labbra. E che ci fa capire come il rapporto che c’è tra l’uomo e la medicina. Con la salute. Con il proprio corpo.
Ed è forse anche per questo che si parte dagli anni ’50, in una Bitonto dove il gioco del biliardo era l’unico svago, il grande – unico – centro culturale era il Liceo classico, la biblioteca era deserta di persone ma piena di libri e sapere prestato dalle famiglie dei potenti. E c’era lui, don Ciccio, un medico d’altri tempi e con un diverso modo di dare le giuste cure ai pazienti.
Completamente differente da oggi, perché è vero che sono stati enormi passi da gigante, soprattutto nella diagnostica e nella telemedicina, “ma la nuova medicina, diversamente da quello che è accaduto per altri progressi in altri campi, ha rimpiazzato quella vecchia e non l’ha integrata”. Ipse dixit.
Ampio spazio, ovviamente, anche al rapporto tra medicina, superstizione e religione, che nei secoli andati era al centro di tutto (ecco, quindi, anche lo spazio riservato ai bocconcini boccasana), e ad alcuni dubbi che l’autore si pone a fine testo. Chi siamo? Dove andiamo? E come stiamo? “Il servizio sanitario italiano è uno dei migliori al mondo – spiega Mirabella – e noi quindi stiamo bene. Ma lo sono anche gli altri?”