Un genitore bitontino, che si definisce giustamente angosciato, si rivolge al consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti per far conoscere all’opinione pubblica la condizione dolorosa di chi non riesce a riabbracciare i propri figli che non possono tornare in patria.
Ecco la lettera.
“Caro Valentino mi rivolgo a te per rappresentare la grave situazione dei tanti italiani ( e tra questi mia figlia) “costretti “ a restare nel Regno Unito senza che ad oggi il ministero della Salute ( anche dopo la riunione in sede Ue) abbia disposto alcunché sul rimpatrio dei nostri connazionali. È quasi superfluo – ma non lo è affatto perché è terribile per chi lo subisce- dirti dell’angoscia e dei gravi pregiudizi che questa situazione sta provocando. Mi chiedo: ma se l’unico strumento di tracciamento del contagio è il tampone, perché per rimpatriare in sicurezza non si procede ad imporre 1 tampone prima di imbarcarsi e 1 al momento dello sbarco ( come fatto ieri a Fiumicino)? Qualunque sia la modalità migliore, certo che è sconcertante il modo quasi brutale di “annullare” un diritto quasi si trattasse di nuovo virus. Ed ora – in diretta mentre ti scrivo-apprendo che OMS ritiene la variante inglese sotto controllo.
Confido che vorrai segnalare questo fatto che coinvolge centinaia di persone per far sì che abbia il risalto dovuto”.