Jodiz è la sigla che
spesso Umberto Kühtz affianca alle iniziali per firmare i suoi
lavori; due sillabe che richiamano un luogo delle sue origini,
Joditz, con la t: cittadina situata nella valle della Saale ad appena
dieci chilometri dall’importante città di Hof, luogo di nascita di
Alfredo, il padre di Umberto. Umberto firma i suoi disegni e suoi
dipinti con il nome di un luogo, ci dice che è egli stesso un luogo,
oltre che un uomo, esprimendo in tal modo il più alto senso
dell’essere comunitario.
“Tre stanze per
Jodiz-Uk” vuole essere una mostra-luogo, un’unica estesa opera
site-specific realizzata con gli infiniti supporti utilizzati da
Umberto, una molteplicità che racconta l’urgenza della sua ricerca
e del suo essere architetto, uomo, poeta e artista.
L’arco di tempo, nel
quale sono stati realizzati i lavori in mostra, va dagli anni ’40
fino ai primissimi giorni del 2016: oltre 60 anni di vita,
attraverso i quali emerge il continuo tentativo di ritrovare il
nuovo, grazie alla sperimentazione nelle tecniche e nella scelta dei
soggetti.
Umberto Ugo Kühtz,
pugliese si trova ad esserlo per adozione e per destino. Fra i nonni
materni di Conegliano Veneto e quelli paterni tedeschi, pareva
improbabile che si ritrovasse bimbo a crescere e vivere nel tacco
d’Italia. Fu il padre di Umberto, Alfredo, a venire in Italia. Dopo
la prima guerra mondiale, a causa della scarsità di lavoro in
Germania, arriva a Padova per studiare e lavorare come agronomo nel
vivaio in cui poi conoscerà la moglie. Umberto, il 29 giugno 1929, a
Padova nasce, ma subito arriva in Puglia con i genitori, che hanno
deciso di trasferirsi a Bitonto, dove il padre potrà lavorare nella
azienda agricola dello zio materno, enologo. Bitontina è l’infanzia
e l’adolescenza. Bitontino il primo verso. Si laurea in Architettura.Sindaco di Bitonto dal 1994 al 1998. Uomo d’animo nobile e lontano
mille miglia e pure di più dai giochetti stantii della stantia
politica, diranno di lui ricordando questa parentesi politica.
Duraturo e continuo il legame con l’architettura, la poesia e la
pittura. Duraturo e continuo il legame con la poesia e la pittura,
strettissimo il legame con il suo amato lavoro di architetto. Umberto
si è spento improvvisamente la mattina del 10 gennaio 2016, a Bari,
nella sua casa.
Dal 2015 stava lavorando
insieme all’amico ed occhio attento e sensibile, Biagio Lieti, alla
classificazione di tutte le sue opere, per una grande mostra
comprensiva del suo creato.
Questa di Giovinazzo è una tappa
intermedia per mostrare alcune delle sue opere prima della grande
mostra prevista per ottobre a Bitonto, sua città d’adozione.
La
figlia Silvana e Francesco Paolo del Re leggeranno alcune poesie di
Umberto durante il vernissage di questa sera alle 21.