Da Dino Tafuto, segretario Rifondazione comunista di Bitonto, riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“Le categorie del RIFORMISMO che mancano a Bitonto.
Secondo la definizione data da Wikipedia, il RIFORMISMO, nelle scienze politiche, è una metodologia politica che, contrapponendosi tanto alla rivoluzione quanto al conservatorismo, opera nelle istituzioni democratiche al fine di modificare gradualmente le strutture economiche-sociali)l.
La pandemia sta segnalando errori evidenti, egoismi territoriali e una volgarità istituzionale. Di fronte a ciò è giusto domandarsi a Bitonto se si evidenziano sollecitazioni di un senso di identità tribale e aggressiva.
Perché questi segnali quando emergono non aiutano chi in questa pandemia si sente abbandonato.
E quindi? Abbiamo bisogno della vera politica, quella che non è sempre alla caccia di un nemico da odiare.
In questo senso va il mio richiamo “alle categorie del RIFORMISMO che mancano a Bitonto”. Credo che ci siano tracce di questo fenomeno dalle nostre parti.
Lo notiamo di fronte all’andamento della pandemia che sta investendo in modo forte tutta la Regione Puglia, e non solo, tutte le nostre strutture sanitarie sono entrate in grave sofferenza.
Neanche le ultime elezioni regionali hanno dato una speranza ai pugliesi di andare verso un RIORDINO del Piano sanitario regionale a garanzia del diritto alla salute per tutti.
Tutto è passato in secondo ordine, come se le elezioni regionali fossero un fatto burocratico, mentre ancora una volta si è persa l’occasione di recuperare idee riformiste incisive sul tessuto democratico della Puglia.
A cosa abbiamo assistito se non a una manifestazione della crisi strutturale delle forme della politica che ci aveva consegnato il secolo scorso: l’apoteosi dell'”uomo solo al comando”.
Lo dimostra l’elezione a presidente della regione Puglia di Emiliano, ma ancora più marcatamente succede in Campania con De Luca, il leader istituzionale che si sostituisce al Partito a cui rimane solo l’ultima residua funzione di organizzare le liste elettorali.
C’è o non c’è un ulteriore passo verso il completamento esautoramento dei partiti?
Persone elette che non devono rispondere ad altri che a sé stessi e tendenzialmente più accondiscendenteli con il loro “legittimatore”, il presidente.
PD, SOCIALISTI E SINISTRA ITALIANA cosa dicono? Le idee, i contenuti, le visioni progettuali, i referenti sociali e la partecipazione che spazio hanno avuto in tutto ciò?
Guai a sottovalutare questa deriva o a emettere giudizi moralistici.
Siamo in presenza di una dinamica che investe non solo la politica nei nostri territori ma in tutta Italia.
Ritornando alla nostra città, anche qui non assistiamo forse all’esuberanza di uomini politici impegnati in uno stilicidio quotidiano di sterili battute ed allusioni, non sono i sindacati corporativizzati e annichiliti? O li sentite voi dire qualcosa, organizzare consapevolezza e responsabilità?
Riflettiamo su tutto questo in queste settimane di raccoglimento forzato e necessario e, se possibile, vediamo di fare qualcosa, del resto, è nei momenti critici che viene fuori lo spessore dei politici.
Quando manca una visione politica e strategica o, se volete, sul “Cosa fare” per uscire dalla crisi “pandemica-economica” ed etico-politica, gli effetti sono devastanti, quindi urge che i riformisti contribuiscano nell’indicare soluzioni e idee per la comunità bitontina con un profilo unitario.
Se ciò non accade, è lecito che le persone pensino che l’attuale personale politico non sia in grado di far fronte a una situazione drammatica evidente.
Avendi abbandonato DA TEMPO LO STATO SOCIALE E L’ETICA SOCIALE, era abbastanza ovvio trovarsi con una Puglia e un’Italia al collasso.
Oggi i tempi sono maturi per creare un ampio fronte di forze politiche riformiste di sinistra, non è più tempo di differenze che si misurano dal tasso di “TRASFORMISMO POLITICO” e producono fenomeni personalizzazione della politica.
A Bitonto è necessario superare questa involuzione cominciando ad individuare una rappresentazione sociale, proponendo obbiettivi concreti sia sul piano dell’emergenza Covid-19 sia di riconversione produttiva del territorio, al fine di rilanciare la vocazione di Bitonto attraverso il TURISMO E L’AGRICOLTURA.
La lotta alle disuguaglianze è il terreno su cui ricomporre un tessuto democratico, uscire dalla narrazione personalistica, sperimentare pratiche sociali ed istituzionali innovative non escludendo nessuno. Se le forze che si proclamano riformiste non si cimentano in questa sfida rischiano di consegnarsi alla inutilità. Possibile che il senso e il valore storico di una sfida riformista al servizio del territorio interessi solo Rifondazione comunista?”