“Le identità dei territori devono cominciare ad aggregarsi per promuovere i prodotgi tipici, perchè il problema non è produrre, ma vendere. Siamo tutti bravi a produrre, ma se non riusciamo a mettere in commercio il prodotto, non serve“.
E’ questo il significato, secondo l’imprenditore Fausto Faggioli, della study visit organizzata dal Gal Fior D’Olivi, a cui hanno preso parte una cinquantina di imprenditori, studenti ed operatori turistici ed enogastronomici, provenienti dai comuni di Bitonto, Giovinazzo e Terlizzi.
“La nostra ruralità soffre un ritardo nel campo della promozione” denuncia Faggioli, in occasione della visita nella sede del Gal L’Altra Romagna, nel comune di Sarsina, in provincia di Forlì-Cesena. L’Altra Romagna è uno dei cinque Gal presenti in regione e l’unico della Romagna, comprendendo i ben 34 delle Province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, a cui si aggiungeranno altri sette che dalle Marche si aggregheranno all’Emilia-Romagna.
Parola d’ordine per risollevare le sorti del territorio è, per Faggioli, “integrazione“. Integrazione che deve sussistere, sia tra pubblico e privato, che diversi settori.
Integrazione unita alla riscoperta delle nostre peculiarità, perché “non possiamo essere figli delle logiche multinazionali, che vorrebbero che i nostri prodotti fossero tutti uguali ovunque. Dobbiamo far capire che il prodotto tipico lo trovi solo in quella determinata zona”.
“Quello che dobbiamo far capire è che non si vende più una stanza d’albergo, un piatto, un singolo prodotto, ma un territorio, con la sua cultura e le sue peculiarità” aggiunge l’imprenditore romagnolo, ricordando il ruolo della comunicazione, perché “anche se avete un territorio bellissimo, non siete l’ombellico del mondo. Come la vostra, ci sono tantissime altre belle città. Non devono essere solo i turisti a venire da noi, ma dobbiamo essere noi ad andare da loro”.
“Il nostro programma di sviluppo rurale è nato per contrastare lo spopolamento delle campagne, anche perché la presenza antropica contribuisce alla salvaguardia del territorio” spiega Bruno Biserni, presidente del Gal romagnolo, sottolineando la necessità, dunque, di creare occasioni di aggregazione: “Con i fondi del Gal abbiamo promosso tante iniziative come progetti per le scuole. Noi imprenditori dobbiamo ringraziare chi lavora per il territorio, perché, anche se non ci arrivano direttamente soldi, se il mio vicino di casa sta bene avrò anche io benefici. Abbiamo dala nostra un brand molto conosciuto che è la Romagna, che non è solo la riviera adriatica, ma comprende anche la zona interna collinare”.
“Fare rete tra le strutture ricettizie, agriturismi, servizi di vendita, per poter arrivare al mercato. Dimentichiamoci la concorrenza spietata tra noi stessi – è il messaggio che Biserni vuol dare ai presenti – Il nostro vicino di casa non è un nemico”.
Non mancano accuse alla politica, ai lunghi tempi della burocrazia, alla confusione legata alla presenza di più autorità di gestione e alle associazioni di categoria, “autoreferenziali e non più in grado di rappresentare interessi. Il Gal sta cercando di colmare il vuoto da essi lasciato”.
“Ma – conclude – non possiamo più aspettare che ci arrivino dei finanziamenti. Dobbiamo essere noi a proporre idee”.