Speciale Amministrative 2017. In questo spazio dedicato, presenteremo tutti i candidati che vorranno proporre, tramite la nostra redazione, il loro curriculum e le loro idee alla città.
Si concentra sempre sul mondo dell’agricoltura il programma elettorale di Gaetano Bonasia, in lizza per il Consiglio comunale tra le file del Partito Democratico, a sostegno del candidato sindaco Emanuele Sannicandro, per le prossime elezioni amministrative dell’11 giugno.
Questa volta il 33enne biotecnologo alimentare si è soffermato sul mercato dell’olio e su una sua nuova proposta, l’introduzione a Bitonto di un biodistretto.
Mercato dell’olio e l’utilità del progetto PIVOLIO.
«Uno dei settori trainanti dell’economia locale è senza dubbio l’olivicoltura – spiega Bonasia –. Da anni sono impegnato nella valorizzazione di questo meraviglioso prodotto, che è un alimento vero e proprio. Tutti sanno parlare di olio ma non tutti sanno cosa sia l’olio extra vergine d’oliva, quello italiano, di provenienza pugliese, bitontina. Un olio ben diverso da quello raffinato perché sottoposto ad agenti fisici e non chimici. Il 65% della produzione nazionale di olio deriva dalla Puglia, e di questa percentuale, un buon 30% arriva dalle nostre terre. Dobbiamo cercare dunque di pianificare, a livello comunale, un’azione capillare di sensibilizzazione, coinvolgere le associazioni di categorie e le scuole per far capire ai bambini e a tutta la popolazione che viene dopo di noi che consumare olio, in quantità adeguate, ci permette di avere benefici sulla salute, essendo un alimento funzionale e nutraceutico».
A tal proposito, importante è stato il contributo del progetto PIVOLIO, finanziato dal MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca) e che ha avuto come preziosi partner le Università di Bari e Lecce, il Consorzio Carso e l’OP “Oliveti Terra di Bari”.
«Con Pivolio si è data una carta d’identità agli oli monovarietali – analizza Bonasia –. Sono state individuate diverse cultivar – “Coratina”, “Peranzana”, “Cima di Mola” e “Ogliarola barese” – dalle quali è emerso che le caratteristiche pedomorfologiche incidono sulle proprietà chimiche dell’olio. Poi gli stessi oli monovarietali sono stati utilizzati per esperimenti in vivo ed in vitro, e grazie al lavoro del laboratorio del prof. Antonio Moschetta (Università di Bari) si è evidenziato che l’olio monovarietale attiva determinati geni che hanno una notevole influenza nell’abbattimento delle malattie cardiovascolari».
L’introduzione del Biodistretto.
«La Politica Agricola Comunitaria ha come obiettivi, attuali e futuri, l’applicazione di pratiche agricole a basso impatto ambientale ed ecosostenibile, con un minore utilizzo della chimica in agricoltura – illustra –. Ritengo che è pur se è necessario utilizzare le risorse primarie che “madre natura” ci ha messo a disposizione, bisogna sempre avere uno sguardo attento alle generazione future. Mi piacerebbe osservare un ecosistema naturale in equilibrio tra le diverse componenti che lo caratterizzano: la terra, l’acqua, l’aria e infine l’uomo. Per mantenere un ecosistema in equilibrio è possibile realizzare un distretto biologico».
Il Parlamento si è già espresso a tal riguardo: la proposta di legge N. 3674 è stata approvata dalla Camera dei deputati e la XIII Commissione permanente Agricoltura, il 12 aprile 2017, ha dato il suo via libera favorevole.
Costituiscono distretti biologici i sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola, dove sono significative:
a) la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare e industriale di prodotti biologici conformemente alla normativa europea, nazionale e regionale;
b) la tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d’allevamento e di trasformazione tipiche locali;
I distretti biologici si caratterizzano per l’integrazione tra le attività agricole e le altre attività economiche presenti nell’area del distretto stesso, e per la presenza di aree paesaggisticamente rilevanti, incluse le aree protette nazionali e regionali (Parco Lama Balice – Parco Alta Murgia).
I distretti biologici sono istituiti al fine di:
a) promuovere l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli, finalizzato alla tutela degli ecosistemi;
b) stimolare e favorire l’approccio territoriale, anche al di fuori dei confini amministrativi, promuovendo la coesione e la partecipazione di tutti i soggetti economici e sociali, con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo attento alla conservazione delle risorse, impiegando le stesse nei processi produttivi in modo da salvaguardare l’ambiente, la salute e le diversità locali;
c) semplificare, per gli agricoltori biologici operanti nel distretto, l’applicazione delle norme di certificazione biologica e delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dalla normativa vigente;
d) favorire lo sviluppo, la valorizzazione e la promozione dei processi di preparazione, di trasformazione e di commercializzazione dei prodotti biologici;
e) promuovere e sostenere le attività collegate all’agricoltura biologica, quali la somministrazione di cibi biologici nella ristorazione pubblica e collettiva, la vendita diretta di prodotti biologici, l’attività agrituristica, il turismo rurale, le azioni finalizzate alla tutela, alla valorizzazione e alla conservazione della biodiversità agricola e naturale e l’agricoltura sociale;
f) promuovere una maggiore diffusione, a prezzi congrui, dei prodotti agricoli e agroalimentari e dell’acquacoltura realizzati con il metodo biologico.
«Da non trascurare sicuramente l’occupazione giovanile, in quanto il biodistretto necessita di figure professionali specializzate nel settore, con la voglia di produrre salvaguardando l’ambiente – conclude Bonasia –. Bisognerebbe avere solo la capacità, la volontà e la lungimiranza di applicare concretamente questa proposta di legge, per poter realizzare il biodistretto biologico di Bitonto, Palombaio e Mariotto».