Tra i punti trattati nella seduta di ieri del consiglio comunale, vi è l’adozione di una variante al Prg relativa al prolungamento del collettore di fogna bianca della zona est di Bitonto, che sarà funzionale al sottopasso sulla via per Santo Spirito.
Un provvedimento introdotto dal sindaco Michele Abbaticchio, che spiega: «Con questo provvedimento, proponiamo una variazione al Prg per i terreni agricoli dove sarà presente il collettore finale della rete idrica di fogna bianca, presentato l’anno scorso, in occasione della partecipazione ad un bando, e finanziato con più di 1 milione e 600mila euro a cui si è aggiunto un cofinanziamento comunale per un totale di oltre 2 milioni di euro. Finanziamento che ci consente di istituire il collettore della fogna bianca a servizio della città e, in particolar modo, della realizzazione del sottopasso. Con il provvedimento, inoltre, autorizziamo il funzionario a procedere agli espropri ai privati proprietari dei terreni nelle zone interessate».
Su questa variante, il consigliere Cosimo Bonasia (Iniziativa Democratica) solleva alcune perplessità sul progetto esecutivo dell’impianto fognario: «Rischiamo di non raggiungere l’obiettivo, perché ci troviamo ad accordare un nuovo progetto, una nuova opera a qualcosa di esistente. Abbiamo una rete parzialmente esistente, che io sappia mai autorizzata, su cui va a innestarsi una nuova opera. Le mie perplessità riguardano proprio questo approccio, perché ritengo che sarebbe stato più semplice progettarla ex novo, piuttosto che farsi “comandare” da un’opera già esistente, parzialmente funzionante e probabilmente non autorizzata».
Verifica sul posto, e non dagli atti, è quello che chiede il consigliere di opposizione. Verifica che deve valutare posizioni altimetriche, dislivelli naturali: «La cosa che più mi lascia perplesso è che, tra i documenti relativi al progetto, non mi è parso che ci sia stato uno studio approfondito sui sottoservizi esistenti. Il progetto esecutivo deve partire dai paletti che il territorio ci dà. Quando si è pensato di realizzare una conduttura di un metro di diametro che parta da viale Giovanni XXIII, con la giusta pendenza, si è pensato agli ostacoli? Vale a dire di tutti quei sottoservizi come la fognatura o l’acquedotto già esistenti. Non vorrei che, durante i lavori, possano sorgere criticità. Si faccia una verifica aggiuntiva».
L’ultima osservazione di Bonasia verte sui costi di questa opera: «Se pure abbia sposato la bontà del progetto, devo sottolineare che, probabilmente, non è la soluzione migliore. Si sarebbe potuto affrontare di colta in volta il problema dello smaltimento delle acque, con soluzioni molto più convenienti, come la realizzazione di pozzi anidri in punti strategici. Soluzione che ci avrebbe fatto risparmiare molto».
Perplessità a cui si sono aggiunte quelle di Emanuele Sannicandro, dai banchi dello stesso gruppo consiliare, che invocando risposte a quanto affermato da Bonasia, aggiunge: «Rischiamo di fare un’opera inefficace rispetto ai costi previsti».
A rispondere è l’ingegner Paolo Dellorusso, dell’ufficio per i Lavori Pubblici, che assicura che un censimento e una mappatura dei sottoservizi siano state fatte, in una indagine previsiva di cui si avrà conferma in fare realizzativa. Punto, quest’ultimo, che continua a lasciar perplesso il consigliere. E sulla questione dei pozzi anidri come alternativa al collettore di fogna bianca, il responsabile spiega che ciò avrebbe costretto il Comune a procedere maggiormente agli espropri, con maggiore consumo di suolo e maggiori oneri. Con la soluzione adottata, invece, gli espropri saranno in quantità minore.
La variante, infine, è stata approvata all’unanimità dai presenti in aula. Approvati all’unanimità anche l’aggiornamento del Programma Triennale dei Lavori Pubblici per l’inserimento dell’intervento di realizzazione di un centro comunale di raccolta rifiuti differenziati, e la concessione in comodato d’uso gratuito per 25 anni degli immobili comunali su Piazza Aldo Moro e Corso Vittorio Emanuele alla Parrocchia di Santa Caterina.
Preoccupato si è detto Emanuele Sannicandro, timoroso che la difficoltà di convivenza con gli abusivi, che era stata la causa del trasferimento dello SPRAR, possa scoraggiare anche la comunità parrocchiale.
«Don Gianni conosce la situazione – ha risposto l’assessore Nacci -, ma il Comune continuerà comunque la sua opera».