«Se
gli uomini non affogano – chiese la sirenetta – possono vivere per sempre? Non muoiono come facciamo noi, nel mare?».
«Certo– rispose la vecchia -. Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra. Noi possiamo
arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma
dell’acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari; non abbiamo un’anima
immortale e non vivremo mai più».
Siamo nel bel mezzo della fiaba di Andersen “La Sirenetta”: la ragazzina che è molto
più che solo innamorata del principe azzurro. La fanciulla è alla ricerca di un’anima
immortale al pari degli uomini e l’unica speranza è quella di sposare un uomo.
E cos’è l’anima se non soffio divino. E cosa c’è al
mondo di più divino se non il sorriso giocondo dei bimbi?
Ci hanno pensato i bimbi della 1B del primo circolo “Nicola
Fornelli”, guidati dalle insegnanti Angela
Maria Cazzolla, Nella Moretti e
dalla coreografa Maria Concetta Tatulli,
a portarci nei fondali del mare più blu con “Ritorno agli abissi”,
spettacolo andato in scena ieri sera al “Traetta”.
Una deliziosa rivisitazione della fiaba originale,
impreziosita dalla presenza di ex studenti che hanno fatto da “tutor” ai più
piccini: Alessandra Liso, con la
coda variopinta a rivestire i panni della Sirenetta, Marco Lovascio, il bel principe dai capelli biondi arruffati, Nichol Traetta, voce narrante. A loro s’aggiungono
anche i genitori Floriana Piscopo,
nei panni della nonna della Sirenetta, e Cosimo
Liso, nei panni del Re e padre della piccola sirena.
«Questa
è la buona scuola che si fa ogni giorno sul campo con la collaborazione dei
docenti, dei genitori e di tutti quelli che si impegnano per il territorio –
commenta il preside Carmine Daucelli-. La scuola deve trasformare le
conoscenze in competenze e lasciare un bel ricordo ai bambini».
Parte del ricavato dello spettacolo è stato devoluto
alla Consulta del Volontariato alla
presenza della presidente, Rosalba
Cassano: «La quota sarà destinata ad
un progetto più grande chiamato “Niente
sprechi” in collaborazione delle associazioni della ROAD. I soldi arrivano
dai bambini, dalla scuola, e tornano a loro tramite buoni di cancelleria per
gli studenti più bisognosi».