DI ANTONELLA LECCESE
Si è concluso nei giorni scorsi “CultOra Festival – Ex labore to work”, una serie di eventi organizzati a Bitonto dalla Fondazione De Palo – Ungaro tra il 30 agosto e il 30 settembre scorsi, tutti dedicati al tema del lavoro e del suo sviluppo nello spazio e nel tempo. Particolarmente significativa è stata, nel ricco cartellone di appuntamenti previsto dal festival, la presentazione del nuovo libro di Carmela Sivo, “Il suono del tempo”, edito da FaLvision Editore, che si è tenuta venerdì 18 settembre alle 20.00 presso il Museo Archeologico della Fondazione De Palo – Ungaro.
Si tratta di un libro-guida a lettura agevolata realizzato per giovanissimi ipovedenti e non vedenti, il cui obiettivo è stimolare l’apprendimento con il supporto del tatto e del suono, superando le potenziali barriere rappresentate dalla parziale o completa perdita della vista. “Il suono del tempo” è il prodotto finale di un percorso pensato da Carmela Sivo per valorizzare l’inclusione dei soggetti ipovedenti e non vedenti, stimolandone immaginazione e creatività attraverso un racconto finalizzato all’apprendimento della nostra storia locale.
Il libro, infatti, narra l’appassionante storia di Dazimas, un ragazzo peuceta di Byton, l’antica Bitonto: l’autrice inserisce elementi didattici legati alla storia di Bitonto, ricostruendo accuratamente un’ambientazione specifica e inserendo illustrazioni di reperti reali, oggi conservati presso il Museo della Fondazione De Palo – Ungaro.
Alla precisione della ricostruzione storica si sovrappone e si mescola sapientemente un clima fiabesco e immaginifico. Le creature mitologiche che popolano il racconto e l’atmosfera magica fanno da sfondo al percorso di crescita del protagonista che, nel corso della narrazione, come in un romanzo di formazione, diventa sempre più consapevole della propria identità e del proprio ruolo. “Il suono del tempo” non è un semplice libro, ma una vera e propria esperienza sensoriale: si legge con le mani, che possono vagare sulle pagine ed esplorare contenuti scritti in caratteri grandi e in braille, illustrazioni in rilievo realizzate con una varietà di materiali diversi. E, soprattutto, è un abbraccio rivolto ai piccoli ipovedenti e non vedenti, un alleato prezioso non solo per evitare che si sentano emarginati, ma per stimolarne la creatività, l’intuito e la sensibilità, e promuoverne lo sviluppo nel rispetto della loro unicità.