Bene
carissimi lettori, ben ritrovati. Rieccoci qui dopo la pausa estiva a riparlare
di quello che ci sta più a cuore: «Open Source» e «Free Software» e più in
generale di Informatica.
La ripresa del nostro appuntamento coincide
con la ripresa dell’anno scolastico ed oggi, come si evince anche dal titolo, è
proprio di scuola che voglio parlarvi.
A tal proposito è più che mai
attuale e calzante il discorso che Piero Calamandrei, grande padre della nostra
Costituzione, tenne 66 anni fa, esattamente l’11 febbraio del 1950, intorno ai
concetti di neutralità e laicità (proprio nel senso
etimologico di “cosa del popolo”) che dovrebbero essere i pilastri dell’istituzione
scolastica in uno stato democratico.
«La scuola è aperta a tutti. Lo
Stato deve quindi costituire scuole ottime per ospitare tutti. Questo è scritto
nell’articolo 33 della Costituzione. La scuola di Stato, la scuola
democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti,
crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. […] La
scuola è l’espressione di un altro articolo della Costituzione, l’articolo 3:Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione
politica, di condizioni personali e sociali».
Detto questo vi consiglio di
rileggere un mio precedente intervento in questa rubrica dove auspico
l’utilizzo nelle scuole di software libero, non proprietario, contrariamente
all’accordo che il MIUR ha stipulato ultimamente
con la Microsoft per l’uso esclusivo dei suoi prodotti commerciali.
Come scrive Italo Vignoli su Tech Economy, oggi il problema, al netto delle disfunzioni
strutturali e degli inghippi burocratico-amministrativi, «è rappresentato da
una scuola che rischia di diventare espressione di un’azienda e delle sue
tecnologie; e purtroppo è già pericolosamente vicina ad esserlo, con
preoccupanti ripercussioni non solo sulla cultura digitale degli studenti ma
anche sull’indipendenza tecnologia del nostro Paese. […] Eppure, stando ai
commenti, l‘accordo siglato dal MIUR con Microsoft è del tutto normale […]. È come se la definizione dei programmi scolastici
di scienze della nutrizione venisse affidata a McDonald’s, e ho detto tutto […]».
Che altro aggiungere? Niente, se non
ribadire sempre lo stesso concetto: che la scuola pubblica, a tutti i livelli, dovrebbe
promuovere l’uso del software libero poiché esso, fondandosi sulle idee di
condivisione e diffusione della conoscenza, se non altro aiuterebbe gli studenti
a diventare buoni membri della loro comunità. Il software proprietario è invece
– come abbiamo imparato a comprendere – conoscenza riservata a pochi, sinonimo di
chiusura e segretezza che è tutto l’opposto della missione di qualsiasi
programma didattico-educativo.
Sperando di esservi stato utile anche questa volta, vi
ricordo che potete contattarmi al seguente indirizzo e-mail: michele.savino.51@gmail.com.