Dal signor Michele Giannone (più noto come “Michele du Bar
Popolar”) riceviamo e pubblichiamo.
“Adesso parlo io!
Sono Michele Giannone e ho lavorato per 30 anni al “Bar
Popolare”: oltre che dipendente, sono anche
il nipote del Signor Calo’ Carmine.
I miei ricordi sono ben radicati in quel bar: avevo solo
otto anni, quando andavo gia’ in giro per le case popolari a consegnare il
latte…
Eh sì, prima si faceva così.
Con mio nonno, Michele Calo’ (fondatore del Bar Popolare),
ho camminato fianco a fianco, fino alla sua morte.
Ho continuato poi con mio zio Calo’ Carmine, dal quale ho
imparato tantissimo, e’ stato il mio maestro, il mio punto di riferimento e con lui ho condiviso mezzo secolo della
mia vita!
Ora sono qui, spettatore di tutto quello che sta succedendo!
Nessuno parla di me? Avete tutti dimenticato “Michele du Bar
Popolare”?
Io ho sempre desiderato continuare la “STORIA” del Bar Popolare!!! Faccio parte anch’io di
quella storia!!!
Però non ho mai capito perche’ il signor Calo’ abbia sempre
cercato “fuori”, quello che invece aveva “gia’ dentro”.
Quante volte abbiamo parlato di rilevare l’attivita’?
Sto apprendendo dai social network che l’attività è stata
venduta già da tempo ad alcuni signori di Molfetta e che quindi la trovata della “cessazione attività”
parrebbe nascondere un’operazione di trasferimento dell’esercizio commerciale.
Vi siete chiesti dove io sia finito?
Perché in questi mesi non mi avete visto al lavoro?
Solo perché il 23/04/2014 ho subito un intervento abbastanza
delicato, che mi ha bloccato a casa per un po’ di tempo.
Ma già da luglio avevo espresso il desiderio di tornare, ma
non mi è stato mai permesso!
Infatti, dopo la malattia e le ferie forzate, ho ricevuto la
lettera di licenziamento.
Una continuazione ci poteva essere: io sono qui, senza lavoro, e continuo ad
essere spettatore di quello che gli altri vogliono scrivere e vogliono far
sapere!“