Nei giorni scorsi, nella splendida cornice della Chiesa di San Giorgio si è tenuta la seconda edizione di Sacro e Dissacro, promossa dall’Associazione culturale Mo’ Heart di Damiano Bove e dal Centro Ricerche Storia e Arte.
Parlare di Passione in Quaresima è fermarsi alla soglia del cuore dell’Uomo, sostarvi, leggervi le rughe, accarezzare le ferite, guardare il dolore con occhi diversi, quando d’un fiato l’Amore sgorga dalla speranza di una Croce lambita da un panno bianco di Resurrezione che abbraccia, che non condanna, che ci ripete continuamente: “Vi voglio bene con tutti i pesi, i carichi, gli affanni”.
Di forte impatto la lettura iniziale, un meraviglioso testo di Roberto Vecchioni, interpretato in maniera magistrale da Massimo Roncone.
Ho conosciuto il dolore
e mi è sembrato ridicolo,
quando gli do di gomito,
quando gli dico in faccia:
”Ma a chi vuoi far paura?”
Davvero il dolore vuole farci paura nascondendosi, vigliacco, nell’angolo del fortuito? Davvero ci provoca in un orizzonte strozzato?
A volte si tratta di non farsi rubare, di non farsi condannare, di non fuggire. Perché l’ombra sottile sfiorisce ma saper attendere è assomigliare al giorno che segue alla notte e ricordarsi di essere vivi correndo insieme al presente senza imbrattarlo di pece, senza privarlo di un volto.
La sofferenza accomuna tutti, ha sottolineato il Prof. Giuseppe Ricci che ha presentato la serata. Può essere letta in modo diverso: se schiaccia, tinge a tinte fosche ogni attimo; se la si sfida, la forza sopraggiunge e con essa il coraggio; se illumina, allora lo spirito si arricchisce e medita sul significato etico ed estetico di una realtà umana complessa e ricca.
A fare da sottofondo al significato profondo della Poesia la musica dolce dei Dialett Story.
Come una nenia che è penetrata nel cuore placando la sua sete di Vita.
Allora i versi di Angela Aniello, di Damiano Bove e Tina De Santis sono scesi come balsamo guidando l’ascoltatore nella ricerca di una verità intima che si fa strada scandagliando l’anima.
Sostare nell’ora del meriggio, nel pianto dell’addio, nei manicomi della terra sciolta ai piedi della Croce, nei sibili a fondo delle cadute in basso, forse, serve a ripartire dalle parole sbagliate per ri-creare nuove possibilità, ricorda l’Aniello. Il mondo non gode sbriciolandosi!
Intenso anche il messaggio di pace e di letizia interiore cui tende la riflessione di Tina De Santis: alla fatica della ricerca si congiungono i sogni, le aspirazioni dell’uomo. E se si fosse vento? Vento che spazza via l’onirico? Accadrebbe di ritrovarsi nell’abbraccio consolante di una Madre e di sentirsi Pace.
Ma dinanzi allo stupore dell’io poetico, oltre le sfumature edulcorate, la sensibilità attenta di Damiano Bove con una ricchezza d’immagini cattura nella lingua viva del dialetto il senso della paura e dell’angoscia. In La Dèsolate “s’aggenocchiene re vicchie/n’anze alla porte/ dìcene ù resàrie, cèrchene la gràzie/… stè a passèue la mamme dù stràzie…!”
Un plauso va ai lettori Mariolina Acquafredda, Cristina Nanocchio e Massimo Roncone che hanno dato pathos e particolare risalto ai versi riscuotendo grande consenso.
La serata si è conclusa con l’inaugurazione di una Mostra presso il centro Mo’ Heart, visitabile durante la Quaresima, in cui hanno esposto D. Achille, Akermann,,D. Bove, O. De Fazio ,V. Fiore ,G. Grieco ,G. La Morgese, F. Lisco, C. Mangini, A. Rossiello,B. Saulle, M. Schmidlin e Vitaliano.
Nella poesia d’immagini la fragilità e nudità della condizione umana con forti accostamenti cromatici sembrano stemperare il grido supplice di pace in un’ansia di giustizia che è lacerata da contraddizioni profonde. Il linguaggio dell’arte sublima il turbinio di sensazioni e con un crescente gioco di luci carica di significato la naturale attrazione verso l’Alto.
In fondo, è Bellezza tutto ciò che da suono del silenzio diviene Presenza!