Qualcosa sta cambiando, è indubbio.
Per quel che concerne la sicurezza qui da noi, negli ultimi mesi si stanno registrando dei segnali nuovi rispetto anche al recente passato.
Sempre più spesso, vengono attuate operazioni denominate “alto impatto”, che mettono al setaccio tutta la città. Per piazze, stradine e corti, pattuglie delle forze dell’ordine – che, peraltro, non hanno organici adeguatamente dimensionati- sorvegliano in diverse fasce orarie della giornata un territorio, come quello nostro, vasto e variegato, non facile da controllare.
In più, l’attività della malavita nostrana, che si concentra soprattutto nello spaccio delle sostanze stupefacenti in maniera così subdolamente diffusa che non è agevole contrastare con indagini ad hoc. Un mercato, questo, che, specie presso le più giovani generazioni, dimentiche ormai di tutto, rende Bitonto famosa in tutti i centri della terra di Bari molto più delle straordinarie bellezze artistico-architettoniche. Qualcuno, sarcasticamente, faceva notare che pare ci sia un invisibile, ma molto annusabile, “arbre magique” alla marijuana sospeso sull’intera città a tutte le ore del giorno. Come a dire, qualcosa che infestava la nostra aria e che era davvero impossibile evitare di notare.
Presidi costanti di Polizia di Stato, Carabinieri e Finanza, dunque, stanno caratterizzando questa fase.
E sembrerebbe che tra i meandri della malavita locale si stia muovendo qualcosa, c’è fermento fra i due clan avversi che si dividono l’egemonia sul territorio. Senza considerare l’ipotesi di un terzo gruppo criminale che sembra stia sgomitando per farsi spazio.
Per adesso, pare che la vera emergenza sia rientrata grazie ad una nuova “pax”, fatta – come sempre – da equilibri precari dettati dal buon senso, non solo dalla presenza militare più capillare.
Non sono mancati, infatti, pestaggi, litigi, in orari diversissimi delle scorse giornate, senza serie ripercussioni. Qualcuno, leopardianamente al contrario, per quanto su elencato parla di “quiete prima della tempesta”. Speriamo di no…