Dovevano ripartire ieri mattina, ma
il maltempo ha fermato tutto.
Quasi un segno del destino per
un’opera, il ponte di via Palo,
ormai diventato una barzelletta o, ancora peggio, “della vergogna” come attestano le scritte sul cantiere.
Oggi, però, tempo permettendo, tutto
dovrebbe essere a posto.
Perchè finalmente dopo le prime
pietre, sospensioni, ritardi e polemiche, i lavori per il ponte più atteso
della storia riprenderanno, e non si interromperanno più. O almeno è la
speranza.
Ieri mattina, allora, i tecnici
della Sceap srl, l’azienda andriese
esecutrice dei lavori, sono tornati sul posto di lavoro.
«Come prima operazione,
rimetteremo il cantiere in sicurezza, poi toglieremo i rifiuti e le erbacce e
quindi metteremo a posto lo stato dell’arte», afferma Michele Manfredi, direttore
tecnico della ditta.
Che poi è tranciante: «Il ponte
sarà pronto a primavera inoltrata».
Probabile, allora, che la data di
fine lavori sia il 27 giugno prossimo,
ad esattamente a tre anni di distanza
dalla posa della prima pietra.
La riapertura del cantiere rende
entusiasta il sindaco Michele
Abbaticchio, che ha parole dolci per il presidente della Provincia Francesco Schittulli che «dopo aver
preservato l’ufficio di collocamento dalla riduzione provinciale attuata in
ottemperanza alle normative vigenti, ha mantenuto questo impegno istituzionale
difronte alla Città”.
Parole positive arrivano anche da Antonio Sblendorio, neo consigliere
provinciale, già in via Spalato quando
nasceva il progetto, e decisivo anche oggi.
È stato un suo incontro (presente
anche il “collega” Damiano Somma)
con l’assessore provinciale alla viabilità, Giovanni Leonardi, e con il dirigente Aldo Lastella, a dare infatti un sussulto significativo alla
matassa.
«Superate le difficoltà e reperiti i
fondi, i lavori sono ripresi e si spera non abbiano più interruzione per
consentire il ripristino della normalità», sottolinea il professore.
Nel frattempo c’è già chi da questi
lavori ha soltanto trovato perdita e disagio. È il titolare di un noto autolavaggio a pochi passi dalla zona
cantiere.
«Da due anni a questa parte ho
perso il 50% della mia clientela – dice – e ho dovuto disfarmi del self
service perchè era diventato un costo aggiuntivo».