Anche
Bitonto si prepara ad avere un proprio Comitato
per il No alla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Lo scorso giovedì si è
infatti tenuto il seminario “Perché
un no convince più di un sì”, organizzato dalla Costituente di
Sinistra a proposito del referendum
costituzionale che si terrà in autunno. «Si
sta cercando di cambiare la Costituzione seguendo i dettami delle agenzie di
rating e dei poteri forti, che considerano le istituzioni europee troppo
democratiche» si osserva in apertura di incontro. «Non si sa neppure esattamente la data in cui si terrà la consultazione»lamenta Angela Ruggiero, docente
di diritto e relatrice del seminario, che prosegue: «Le leggi saranno approvate più velocemente? Falso, perché la riforma
introduce 9 procedimenti legislativi, che possono accrescere i contenziosi fra
le due Camere».
Questo è
stato solamente uno dei temi affrontati (e smontati sistematicamente, secondo
quelle che sono le ragioni del no) dalla docente, che ha illustrato la parte
tecnico-giuridica più discutibile della riforma. Si tratterebbe di uno
stravolgimento della Costituzione, che minerebbe alla base gli equilibri
istituzionali e, nel combinato disposto con l’Italicum, impedirebbe una giusta rappresentatività dei cittadini.
La docente ha poi insistito sui punti più oscuri e confusi della riforma,
sottolineando come sia ancora poco chiara la modalità di elezione dei senatori,
che dovranno essere composti sia da consiglieri regionali che sindaci. «Dicono», aggiunge la Ruggiero, «che il taglio del numero dei senatori porterà un risparmio alle
casse dello Stato. E’ falso, perché il risparmio sarà irrisorio e, per di più,
rappresentanti non eletti dai cittadini potranno godere dell’immunità
parlamentare».
Ma non si è
parlato solo di tecnicismi:«I Comitati devono essere l’elemento portante della vittoria del No,
l’elemento vitale per la ripresa della nostra Costituzione del ’48» ha
affermato lo storico Andrea Catone, altro
relatore dell’incontro, che ha ripercorso brevemente la storia della Repubblica.
«La Costituzione – prosegue – vive nel momento in cui azioni, lotte,
resistenze popolari ne consentono l’attuazione e oggi è il grande capitale
finanziario a volere che il popolo non conti più nulla». Per il relatore,
quella del “Sì” è una «propaganda terroristica» perché, in caso di vittoria del “No”, promette scenari
apocalittici e catastrofisti.
Al termine del seminario, a cui hanno partecipato numerosi
cittadini anche se pochi giovani, sono state raccolte delle adesioni fra i
presenti, con l’auspicio che l’incontro porti alla costituzione di un Comitato
cittadino per il No alla riforma costituzionale. Svincolato da ogni sigla
partitica e politica, il Comitato si propone, «pur nella limitatezza delle risorse e di fronte alla potenza mediatica
dei grandi mezzi di informazione e governo, di operare capillarmente nella
città, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e ogni altro centro di aggregazione».