Una serata di qualche anno fa. Le luci fragili delle strade antiche, una pioggia melanconiosa da sottofondo musicale.
Fra le ombre mi confondo e giungo dinanzi al portone della redazione. Infilo la chiave nella toppa e, frattanto, odo un franco conversare dall’altra parte. Sembrano due amici che stanno parlando di tutto. Schiudo l’uscio e mi compare dinanzi un uomo con occhiali pensosi, un viso solcato da rughe che quasi diresti dolci, uno sguardo pieno di serenità.
Accanto a lui, un ragazzo lungochiomato e simpaticissimo, con un sorriso che pare un mattino d’insperata primavera dove il sole non è mai troppo. Mi fermo un poco sbigottito. Il più giovane mi abbraccia con stordente affetto, il più saggio mi stringe la mano con decisa affabilità. Sono Raffaello Fusaro e Roberto Vecchioni. L’attor giovane dalle mille risorse e il prof cantautore che indovina i palpiti più segreti del cuore. Restiamo a dialogare un po’ di tutto, scuola e arte, principalmente.
Poi, ci diamo appuntamento al Traetta per la presentazione del nuovo libro del più grande. Oggi, Raffaello e Roberto sono in giro per i teatri dello Stivale con uno spettacolo dal titolo leopardiano: “L’infinito tour”, che comprende le dodici tracce del nuovo album più la stupenda “Ti insegnerò a volare” che segna il ritorno di Francesco Guccini. Il nostro concittadino è magna pars dietro le quinte dell’allestimento: “La regia totale è una esperienza stupefacente”, esclama felice.
E il sodalizio si fa sempre più solido: “Dico sempre ho comprato 20 anni fa un disco e ho imparato a immaginare. Oggi quella visione è diventata pensiero e creatività. Come dice la poetessa Mariangela Gualtieri: ‘’Io ringraziare desidero’’”, si entusiasma. Stasera, saranno di scena a Firenze e poi ovunque con ultima tappa il prossimo mese a Roma. Dove ha esordito il nuovo spettacolo del figlio d’arte Christian de Sica “De Sica racconta“, il cui autore è proprio il nostro Fusaro. Che non si è mai fermato, sin da quando recitava al liceo classico Sylos, poi la scuola e arte drammatica Silvio D’amico, le prove in tv e al cinema, il suo estro spumeggiante sia sull’impiantito, che sa dominare da mattatore, sia dietro una telecamera, dove dona luce a tutto quel che crea.
Non fermarti mai, caro Raffaello, ché il cammino per la felicità (certo, lastricato di passione e fatica, ma pure di soddisfazione) è appena iniziato…