La tecnologia ha effetti profondi su giovani, e non solo, cambiando essenzialmente la vita odierna.
Tutto parte venti anni fa con i PC . Il primo modello di PC fu presentato da Big Blue il 12 agosto del 1981: si trattava di un “macinino” con monitor monocromatico, 64 KB di memoria ed un microprocessore che, al pari del Motorola 68000, avrebbe fatto storia: l’Intel 8088.
Dai PC si è passati col tempo alle reti e quindi ai social network.
Ieri a Teatro Traetta c’è stato un convegno importante a riguardo della dipendenza dai social network, organizzato dall’European Language School.
Sono intervenuti, alla presenza di varie classi di diverse scuole, i professori Flavio Ceglie e Maria Sinatra e il direttore tecnico della Polizia Postale, dott. Andrea Carnimeo. A moderare l’incontro il giornalista Domenico Saracino che ha interrogato i relatori sul momento in cui la rete diventa tossica.
«Non si può capire quando una persona è dipendente – risponde la prof.ssa Sinatra – perché non è stato ancora inquadrato quel tipo di soggetto. È importante stabilirlo perché ci sono dei fattori variabili. Ad esempio, il dipendete on-line ha una bassa autostima. L’individuo che non riesce ad accettare l’io reale viene definito disadattato».
Un commento viene anche dal professore Ceglie che sottolinea «Nella cyberpsicologia si studia il rapporto tra l’uomo e la macchina e quindi le conseguenze. I social media sono eclettici, seguono delle regole proprie e non prestabilite e sono in continua evoluzione. Ciò rafforza la dipendenza e incastra l’uomo nei social network».
Aggiunge poi «Facebook è stato creato come mezzo di comunicazione e condivisione ed è diventato uno spazio di auto rappresentazione. Qui si mostra l’io che noi vorremmo virtualmente essere che non è parallelo all’io reale»
L’argomento dei rischi e delle cure dalla dipendenza viene affrontato dal direttore tecnico della Polizia Postale, dott. Carnimeo.
«Gran parte degli adolescenti ormai sui social network vogliono sempre più essere fenomeni, caricando la foto più bella possibile in modo da apparire al meglio. Bisogna essere più gelosi di se stessi. Vanno benissimo questi mezzi ma bisogna guardare gli altri negli occhi per crescere interiormente. Bisogna alzare la testa e osservare il mondo reale e allontanarsi il più possibile da quello virtuale».
Pasquale Abbadessa