Un incontro per fare il resoconto di un anno di lavoro all’interno del
Consiglio provinciale, e per guardare a quel che sarà il domani, con la Città
metropolitana.
A qualche giorno di distanza dalla fine della Provincia di Bari, avvenuta
lo scorso 23 giugno con l’ultimo Consiglio, Antonio Sblendorio, consigliere del Partito Democratico, traccia un bilancio dei dieci mesi trascorsi
nell’assise del Palazzo di via Spalato, avendo fatto ingresso soltanto l’estate
scorsa al posto di Michele Monno,
capogruppo piddino, passato alla Regione Puglia, all’indomani della battaglia
sui doppi incarichi portata avanti proprio dalla sezione del PD bitontino.
«Ringraziamo il prof. Sblendorio per il
suo impegno per il nostro territorio e perché è stato sempre presente – ha commentato il segretario democratico cittadino, Biagio Vaccaro – Sulla
battaglia dei “doppi incarichi” non siamo però completamente soddisfatti perché,
aldilà del nobile e dovuto gesto, il consigliere Monno non è stato seguito da
altri consiglieri».
Ringraziamenti e valutazioni che lo stesso consigliere uscente ricambia e
propone. «Ringrazio Biagio Vaccaro e la
sezione di Bitonto, probabilmente senza la battaglia sostenuta da loro nel 2013
non ci sarebbe stato l’avvicendamento con Michele Monno – ha esordito Sblendorio, che critica chi non ha
lasciato l’incarico di consigliere provinciale –. Non è normale che ci siano persone, come ad esempio dei sindaci, con
doppi o tripli incarichi e non essere presenti ad ottemperare al loro impegno.
Li abbiamo visti con il lanternino ed inevitabili le conseguenze: un’opposizione
sterile, sia per mancanza di dialogo tra Giunta e Consiglio, sia perché sparuto
era il gruppo della minoranza presente nei 4-5 consigli che si sono tenuti
durante il mio mandato».
Da Sblendorio alcune stilettate sulla solidità della maggioranza di centrodestra. «Nonostante
Schittulli avesse un’ampia maggioranza, si è sempre ricorso alla seconda
convocazione. L’ultimo bilancio è stato approvato addirittura grazie al voto di
un consigliere di minoranza che non si era mai visto in Consiglio provinciale. L’azione
amministrativa ha scontentato tutti, minoranza e maggioranza: dopo le nomine di
circa 80 persone fatte durante la Giunta del 31 dicembre 2013, la maggioranza si
era ribellata e chiese un incontro al presidente che promise una serie di cose,
senza esito. Furono nominati anche due assessori, Romito e Albore, ma basta
scorrere l’elenco di quelle nomine per vedere quanti ne sono stati candidati
tra le file del centrodestra e del “Movimento
Schittulli” al comune di Bari. Insomma, l’uomo che si presentava come il
nuovo ed il diverso, altro non era che un esempio della vecchia politica. A suffragio
di questa tesi, c’è un documento denuncia da parte dell’UGL in cui vengono
messe in evidenza una serie di manchevolezze commesse da Schittulli in questi
anni».
Sblendorio trasferisce poi lo sguardo a passare in rassegna tutti gli
interventi a favore del nostro territorio da parte dell’Amministrazione
Schittulli. Meriti a Michele “Lillino”
Labianca per il suo impegno e critiche aspre a Schittulli da parte del
rappresentante piddino, in quanto tutto ciò che è stato portato a termine o è
partito sono solo il frutto della programmazione della precedente giunta di
centrosinistra guidata da Francesco
Divella.
«Per la nostra città nulla è cambiato, eppure
abbiamo avuto una certa attenzione fino a quando Lillino Labianca è stato
assessore, ma una volta dimesso da Schittulli, Bitonto è finita nel
dimenticatoio – ha aggiunto –. L’opera di Lillino Labianca era rivolta a tutto quello che era stato programmato
dalla giunta Divella. E tutto quello che ancora si legge nei Piani triennali
delle opere, è stato riportato in maniera pedissequa nei piani di Schittulli».
Durante l’era Divella, Sblendorio, assieme all’allora assessore al
Bilancio, Pasquale Picciariello,
avevo avviato tutta una serie di interventi per il nostro territorio, a partire
dalla s.p. 231, che oggi vive però una situazione di stallo. «In questi giorni c’è stato un incontro per
una rivisitazione dell’accordo di programma, e grazie alle sollecitazioni mie,
del consigliere Damiano Somma e del comune di Bitonto, si sta arrivando ad una
quadra, anche se rispetto al progetto originale cambierà moltissimo: non
saranno previste più le quattro corsie nel tratto Modugno-Terlizzi, a causa del
ritrovamento di alcuni reperti archeologici, e probabilmente non si farà l’allargamento
del ponte di via Megra o l’illuminazione dell’incrocio a raso per la via di
Palombaio, perché lì dovrebbe venire un rondò».
Per fortuna ci sono due interventi, frutto sempre della gestione Divella, che
procedono speditamente nei lavori, come il ponte
di via Terlizzi ed il ponte di via
Palo, che a breve verrà inaugurato.
Grazie all’iniziativa di Lillino Labianca, invece, è stato previsto «un intervento significativo ed importante
che non vedrà la luce nel breve ma avrebbe grande valenza se dovessero
sbloccare i fondi: i 10 milioni di euro per la circonvallazione di Mariotto e
Palombaio».
E sempre in materia di viabilità, pare siano finiti nel dimenticatoio l’incrocio tra la poligonale sp.218 e la vecchia via per
Molfetta (la s.p. 55), e l’illuminazione sulla
via per Santo Spirito, con la giunta Divella che rispettivamente stanziò
450mila e 500mila euro
Edilizia scolastica. Nell’ultimo Consiglio provinciale Schittulli ricordava di aver
presenziato alla posa della prima pietra o alla consegna di 11 istituti
superiori, tra i quali l’Istituto Professionale “De Gemmis”. «Non ci si può rendere merito di cose non da
lui programmate, sono il frutto della gestione Divella e dell’intuizione dell’allora
dirigente alle finanze, Michele Petruzzelli».
Ed ancora. «La Provincia di Bari paga da 7 anni un mutuo che riguarda l’abbattimento
dei capannoni dei laboratori dell’Istituto Tecnico Industriale, ed il
rifacimento dello stesso con la sopraelevazione di due piani di aule, con un
intervento di 3 milioni di euro. È stato contratto un mutuo per una situazione
ferma».
Non manca una frecciata a chi, come il sindaco Michele Abbaticchio, l’anno scorso, ai tempi del suo ritorno in
Provincia, lo accusò di appendersi immeritatamente medaglie al collo.
«Io non ho mai rincorso la stampa, non
ho mai chiesto di scrivere di me, non ho mai cercato giornali e prime pagine – ha sottolineato Sbendorio –. Quando
ho riassunto un ruolo, ho provato rammarico nel vedere come qualcuno abbia messo
in evidenza come io cercassi medaglie e meriti che non avevo. Io ho sempre e
solo lavorato, senza mai tirarmi indietro, non ho mai approfittato di nulla, ho
sempre e solo rappresentato tutto il territorio».
Chiusura con uno sguardo al futuro, chiamato Città metropolitana.
«In un momento caotico
e di grande confusione tra Provincia e Città metropolitana, ritengo sia
importantissimo che Bitonto abbia un suo rappresentante, con gli attributi,
nella stesura dello statuto. Se siamo fuori, rischieremmo di essere periferia, servi
sciocchi o sobborgo della città metropolitana. Noi vogliamo conservare la
nostra storia, le nostre tradizione, la nostra identità, le nostre origine, la
nostra vocazione agricola e artigianale. E spero che nella “governance” della Città
metropolitana non ci siano i sindaci: sarebbe opportuno fare una cosa e bene,
per il bene delle nostre città e del nostro territorio».