Continuiamo a presentarvi i candidati alla Camera dei Deputati, nel collegio uninominale Bari – Bitonto sostenuto dal Partito Democratico, Civica Popolare, +Europa e Italia Europa Insieme è in corsa Giuseppe Giulitto.
Dopo l’esperienza amministrativa sia come consigliere che come assessore, nel maggio 2014 Giulitto diventa sindaco della città di Bitritto. Vicepresidente del Consorzio Area di Sviluppo Industriale (Asi) di Bari, per circa sei anni, ha apportato un contributo concreto per lo sviluppo della zona industriale di Molfetta e di Modugno, volano dell’economia del nostro territorio. Ha sempre militato nelle fila del centro sinistra, con estrema coerenza, rivestendo vari incarichi: attualmente è rappresentante legale, nonché vicesegretario provinciale della federazione Pd di Bari, componente del direttivo nazionale dei sindaci del Pd e dell’assemblea nazionale. È anche componente del direttivo regionale Anci Puglia.
L’abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.
Cosa l’ha spinta a candidarsi? «La mia esperienza politica amministrativa, il sentirmi un rappresentante del territorio, l’aver condiviso la mia candidatura con i sindaci – la maggior parte – di questo collegio e perché credo di poter dare un contributo concreto a questa terra. E questo è tangibile con gli atti che dimostrano la mia graduale crescita politico – amministrativa».
L’endorsement dei sindaci dell’area metropolitana. «La mia candidatura, tra l’altro, è voluta fortemente dai sindaci. E credo che Michele Abbaticchio sia uno dei miei maggiori sostenitori. Tutto nasce da un metodo di lavoro, avuto con i sindaci, spesso con colori politici diversi, con cui abbiamo portato “a casa” dei risultati. E per questa sinergia creatasi, abbiamo deciso di provare a scommettere anche a livelli più alti».
L’importanza di Bitonto in questo collegio. «Bitonto, dopo Bari, è la città più importante di questo collegio. Il comune che potrebbe dare il contributo maggiore a livello politico ed è il territorio più disponibile a poter effettuare dei cambiamenti concreti. Uno su tutti parte dall’impegno nato dal decreto legge delle Zes, le Zone Economicamente Speciali: assieme a Michele Abbaticchio e ad Antonio Decaro, sono uno dei sindaci che si è battuto affinché Bari, con l’area metropolitana, rientrasse in questo dl. Il Comune che avrà prima il risultato di queste nuove zone sarà proprio quello di Bitonto, che rientra nel consorzio Asi. Investimenti, nuovi posti di lavoro, attrattive per le grandi e piccole – medie imprese con tutta una serie di agevolazioni che creeranno indotto».
Cosa pensa dei suoi avversari politici? «Prima di tutto li rispetto e rispetto le idee che accompagnano loro nella sfida elettorale. Dal punto di vista personale non ho il piacere di conoscere la candidata del Movimento 5 Stelle; il candidato di centro destra è un amico, ma faccio due valutazioni: dal punto di vista politico fino a sei mesi fa era un componente del governo di questo Paese, sottosegretario di uno dei Ministeri più importanti come quello del Lavoro, e a fine legislatura – forse per opportunità – è passato dall’altra parte: credo che nella politica come nella vita ci voglia coerenza. Secondo. L’ho visto delle foto con tanti giovani: sfido a trovare in tanti anni di attività una sola proposta di legge a favore di questi ragazzi, per la loro crescita e per il lavoro».
La divisione in alcuni partiti ha favorito la crescita del Movimento 5 Stelle? «Premetto che in questo momento storico tutti quelli che si sentono “uomini di partito”, io come tanti altri, dovrebbero fare uno sforzo maggiore e, con un impegno morale, ridare dignità ai partiti – a prescindere dai colori politici -. I partiti sono la nostra casa, i contenuti, le idee, il luogo di ascolto, confronto, partecipazione. Questo deve avvenire anche per fronteggiare il populismo che avanza fatto di voti di protesta, in un momento di rabbia che vuole cancellare un sistema. Un movimento fatto da una realtà politico – amministrativa e governativa vuota e senza senso. Senza capacità, esperienza e prospettiva seria per questo Paese. Nel centrosinistra siamo litigiosi, ma non siamo stupidi. Questa è una scommessa che possiamo vincere».
E ora cinque parole, cinque temi, cinque riflessioni.
Ambiente. «Sono per un“no” convinto all’inceneritore nel nostro territorio. Lo ritengo qualcosa di tecnicamente irrealizzabile e poi, per la mia esperienza amministrativa da sindaco e il lavoro svolto con il mio Aro di appartenenza, investito sulla qualità dell’ambiente. Siamo stati anche premiati per essere il primo comune riciclone della Puglia (nella fase start-up) con una percentuale dell’83% di differenziata. Siamo andati avanti con il porta a porta, che conduce a buoni risultati sia dal punto di vista della qualità della vita, sia dal punto di vista economico con l’abbattimento notevole sulle cartelle della Tari».
Cultura. «Credo che questo sia stato uno dei governi che ha dato di più dal punto di vista della cultura a questo Paese. Esempio lampante è quello dei musei aperti a favore delle famiglie, il cinema rilanciato grazie al primo mercoledì del mese con l’ingresso a 2 euro e tante agevolazioni per i giovani che hanno desiderato fare impresa con la cultura. La qualità, il “come” si fa cultura è volano per lo sviluppo economico di un Paese come il nostro, ricco d’arte, bellezze ed eccellenze».
Sanità. «Problema serio sia dal punto di vista della qualità dei servizi, sia dell’incidenza sui bilanci della Regione Puglia sullo Stato. Abbiamo una sanità che ha bisogno di una serie di correzioni: una sanità più responsabile, ma anche di essere cittadini più attenti a come gestiamo la cosa pubblica. La sanità privata funziona di più della pubblica perché fa più impresa, ma dobbiamo guardare alle nostre eccellenze alla Asl, del Policlinico, l’Oncologico e a tutti i servizi all’avanguardia creati ed inaugurati. Vanno senza dubbio potenziati».
Imposizioni fiscali. «Ho apprezzato il programma del Pd – che a differenza degli altri due competitor ha ciò che si è fatto e come lo si è fatto, e ciò che si vuol fare e come si farà – soprattutto per come ha deciso trattare il tema dell’imposizione fiscale italiana. Sappiamo tutti essere abbastanza pesante, ma come intervenire? Non si può partire da proposte megalomani, ma dal principio che a pagare le tasse è il settore medio, quello che fa la vera economia del territorio, e quindi le famiglie che potranno usufruire di 240 euro di detrazione mensile per i figli a carico fino a 18 anni e una detrazione fiscale di 150 euro al mese “a beneficio di tutti gli under 30 con un reddito fino a 30mila euro e un contratto d’affitto sulle spalle”. Per aiutare le imprese? Bisogna partire dal costo del lavoro, creando più opportunità. Insomma, proposte più abbordabili che non prendano in giro i cittadini».
Sicurezza. «Ogni territorio vive una situazione diversificata per i problemi relativi alla sicurezza e sicuramente ciò che occorre è prevenire. Servirebbe senza dubbio aumentare l’organico, ma non certamente militarizzare le nostre città con l’esercito che ha ben altri ruoli, e favorire l’istallazione di sistemi di videosorveglianza».