Con la briosa commedia in vernacolo di un insolito spaccato famigliare, dal titolo “ Per qualche euro in più”, la RES LUDICA è tornata in teatro dal 15 al 18 febbraio.
Questa volta all’amore per la recitazione l’Associazione tutta, ha unito anche l’amore per “l’altro meno fortunato” devolvendo l’intero incasso della prima serata, al giovane Raffaele Carofiglio bisognoso di costosissime cure sanitarie.
La regia è stata affidata al giovane Nicola Napoli.
E quando alla eccletticità si uniscono studio, attenzione, capacità e amore per le scene, il gioco è fatto. In una escaletion di battute e colpi di scena, i personaggi della storia si sono alternati sul palcoscenico in un sorta di giostra dal carillon impazzito che scompaginando tempi e musica ha raggiungeva l’apice nella divertente (anche se in fondo amara) conclusione che lasciava scattare l’entusiastico applauso dell’intero Auditorium De Gennaro.
Una girandola di personaggi accuratamente studiati e calibrati come i simpatici coniugi che i bravissimi primi attori Giusy Vitucci e Michele De Pinto hanno saputo rendere perfettamente, il poco credibile Boss reso esasperato dall’altrettanto bravo Francesco Cotugno, la giocosa e terribile zia-bambina affidata alla simpatica verve di Cristina Nanocchio, i due immigrati clandestini resi irresistibili dallo slang di Maria Teresa Carbone ed Emanuele Noviello, la svampita giocatrice di bingo perfettamente calzante per Teresa De Pinto, il timido e occhialuto medico che la giovinezza di Giammarco Cappiello ha reso ancora più credibile, l’improbabile moglie del boss e l’ancora più improbabile suora che Francesca Sannicandro e Flavia Brascia hanno porto con grande spontaneità al pubblico e quindi l’istrionico necroforo Gaetano Napoli.
Bravi tutti gli attori, calati esattamente nella loro parte. Bellissimi e sorridenti. Splendidi non solo nella loro giovinezza, ma anche, se non soprattutto, nella voglia di fare, imparare e godere sia dei momenti scenici che di una grande aggregazione amicale. Un lavoro serio e accurato dall’allestimento scenico, alle luci, alle musiche, ai costumi (realizzati da Porzia Schiavone), fin al più piccolo particolare. Un carrozzone artistico, entusiasmante e simpatico fatto di colori, prove, ripetizioni, incitamenti, timori e tensioni, con un backstage caotico e colorito ma assolutamente ricco di amore per l’arte come per la vita e diretto da un insuperabile regista, che forte della sua carica artistico-vitale, con piglio scanzonato e severo ad un tempo, ha saputo condurre il gioco in modo serio e professionale, aprendo le porte al successo.