Salvini? “Una macchina da guerra, che parla benissimo alla pancia dei cittadini”. Il Governo? “Non sta facendo assolutamente nulla, a parte spot e annunci”. Il Partito democratico? “Ha bisogno di una profonda fase di riflessione e il prossimo segretario avrà una montagna da scalare”.
Edoardo Patriarca, senatore piddino e, soprattutto, uno dei fautori della riforma del Terzo settore approvata nella scorsa legislatura, è in città per partecipare stamattina a un importante convegno proprio sul Terzo settore organizzata dalla Fondazione Santi Medici.
E ieri sera è stato ospite della sezione cittadina del Partito democratico per illustrare meglio l’attuale situazione governativa e dello stato di salute del più importante partito di opposizione.
“Sul fronte governativo – ha esordito l’ex deputato – non si sta facendo nulla. Abbiamo soltanto dovuto approvare il Decreto dignità, che è meglio chiamare Decreto disoccupazione per gli effetti che sta portando e porterà. È tutto fermo, e per questo immobilismo siamo costretti a lavorare un giorno e mezzo a settimana. Si parla soltanto di testi, sappiamo molte cose dai giornali ma, effettivamente, nulla di concreto. Ed è un quadro molto pericoloso”.
“Matteo Salvini – ha proseguito Patriarca – è una macchina da guerra spaventosa. Ha uno staff di 15-20 persone che gli curano la comunicazione ed è bravissimo a parlare alla pancia della gente e, come se non bastasse, in questo ultimo periodo ha anche abbracciato una inaspettata sfera religiosa”.
E il Partito democratico, che alle ultime elezioni politiche si è fermato al 18 per cento, come sta? “Dobbiamo risentirci una comunità e una risorsa per il Paese, e iniziare a pensare a proposte serie per le politiche del lavoro e della famiglia. È vero che con il nostro Governo il Pil è passato da -2 a +1, ma la povertà si è triplicata e questo aspetto non lo abbiamo capito, come tante altre fragilità del Paese. Il prossimo segretario si porterà addosso una bella croce, e non sarà una entrata a Gerusalemme salutato con gli ulivi. Non deve solo essere bravo nel spaccare lo schermo, ma deve essere in grado di unire e di fare squadra”.