A cura di “Lega Nazione per la Difesa del Cane, delegazione di Bitonto”, “Nucleo Zoofilo” e associazione “Fare Verde” di Bitonto
In questo momento delicato, molti dubbi sorgono nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.
Alcuni sono stati già sfatati, come quello della trasmissione del virus da parte dei cani e il falso consiglio di igienizzare le loro zampe con la candeggina.
Altri cercheremo di chiarirli noi attraverso questa rubrica informativa che, anche se nasce in questo periodo particolare, avrà l’obiettivo di trattare nel tempo notizie inerenti ad animali e ambiente.
Ma come nasce questo virus?
A tal proposito, vi proponiamo un’intervista del dott. Michele Poligneri, medico veterinario, al prof. Canio Bonavoglia, per capire, dal punto di vista scientifico, il nesso del Coronavirus tra uomo e animali domestici.
Secondo il professor Canio Bonavoglia, Ordinario Docente di Malattie Infettive degli Animali Domestici presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli studi di Bari, «il Coronavirus è passato da una specie animale serbatoio all’uomo. Gli studi preliminari condotti sulle caratteristiche dell’acido nucleico di questo virus, hanno chiaramente evidenziato una stretta similitudine con un virus tipico dei pipistrelli».
Quindi il professore pensa che, «così come avvenuto già in altre passate circostanze con il virus della Sars, sindrome respiratoria acuta grave e della MERS, Sindrome respiratoria mediorientale, il virus dei pipistrelli abbia fatto il salto di specie per arrivare all’uomo, giocando con un ospite intermedio che in questo caso ancora non conosciamo».
La trasmissione all’uomo è molto semplice a questo punto. A parere del Docente di Malattie Infettive degli Animali Domestici, «se questi animali vengono catturati e manipolati per la messa in vendita sui banchi, il passaggio attraverso la via respiratoria o digerente è molto più facile, ancora di più se vi è una certa disinvoltura nella preparazione di cibo con tali matrici e con l’aggravante dell’eviscerazione e consumi in condizioni igieniche di assoluta precarietà».
Non potendo escludere altre condizioni che abbiano potuto favorire il contatto tra un virus nell’intestino dei pipistrelli con altri animali, il professore ritiene che «dalle feci dei pipistrelli agli alimenti consumati, scopriamo un rischio difficilmente contrastabile».
Certo è che gli amanti degli amici a quattro zampe possono stare tranquilli. Il professor Canio Bonavoglia rassicura comunicando che «in questo momento non sono in alcun modo implicati nella trasmissione del contagio, né possono esserne attaccati. Il danno maggiore – aggiunge- forse è il terrore che abbiamo trasferito ed il panico che ne ha generato nella popolazione.
Anche i consumatori abituali di carne possono stare tranquilli, «gli animali non sono sensibili a questo coronavirus e quindi tutto nella serenità più totale per coloro che ne derivano».
Nel frattempo, continuano le attività di volontariato e di controllo verso gli amici animali sul territorio di Bari e provincia e Bat, con le relative autorizzazioni ed insieme alla Polizia Municipale e alle Forza dell’Ordine. La Protezione Civile, supportata dal Nucleo Zoofilo, si impegna per garantire il necessario in questa situazione difficile. Infatti, anche la presenza del Nucleo Zoofilo, permette di prevenire eventuali abbandoni e maltrattamenti dei cani.
Ogni segnalazione viene prontamente gestita telefonicamente, per avere la certezza di non incorrere in ulteriori abbandoni, in seguito al decreto normativo emanato dal Governo.
Cercheremo con continuità di fornirvi notizie riguardo gli animali e l’ambiente, con l’aiuto di esperti veterinari, in modo da creare uno spazio utile e informativo.