Ad un allevatore bitontino è stato imposto di abbattere 250 pecore per sensibilità alla scrapie classica. Lo stabilisce un’ordinanza firmata dal sindaco Michele Abbaticchio sulla scorta degli esiti relativi alla scrapie classica inviati dal Centro Nazionale di Referenza per lo studio e le ricerche sulle encefalopatie degli animali e neuropatologie comparate di Torino. Si tratta dei risultati legati alla genotipizzazione, ovvero il metodo per stabilire i profili genetici di un determinato numero di soggetti, effettuata sui 562 campioni di sangue ovino presenti nell’allevamento.
La Scrapie è una malattia neurodegenerativa appartenente al gruppo delle encefalopatie spongiformi trasmissibili (EST) causata da agenti definiti “prioni” che colpisce pecore e capre. Essa rappresenta il prototipo delle EST ed è stata descritta nelle greggi del Regno Unito sin dal 1700. É una malattia sostanzialmente cosmopolita essendo presente in moltissimi paesi del mondo; sembra tuttavia assente in Australia e Nuova Zelanda. In alcuni paesi la scrapie costituisce una rilevante causa di mortalità nelle pecore, tuttavia l’aumentata notorietà ed attenzione nei confronti di questa malattia è soprattutto una conseguenza del rischio ipotizzato che la BSE (“mucca pazza”), malattia simile alla scrapie, potesse trasmettersi alla specie ovi-caprina con conseguente pericolo per l’uomo. Infatti, l’assunzione da parte di bovini di mangime composto da frattaglie di pecore affette dalla scrapie può provocare l’encefalopatia spongiforme bovina, comunemente nota come “mucca pazza”.
Nel caso della scrapie, tuttavia, “… non esiste ancora alcuna evidenza di rischio per l’uomo”, come sostenuto anche dall’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare). Il monitoraggio effettuato a partire dal 2001, mediante l’esecuzione in Europa di oltre 5 milioni di test rapidi e 6800 test discriminativi, ha consentito di diagnosticare un solo caso di BSE (in due capre in Francia). Ciò ha permesso di concludere che, ad oggi, il rischio BSE negli ovicaprini è da considerarsi come trascurabile.