DI FRANCESCO RUTIGLIANO
L’emergenza sanitaria dettata dal COVID-19 ha rivoluzionato l’assetto di tutte le attività. In base ai dati che giornalmente vengono comunicati, si apprende una diffusione del virus a due velocità. Assistiamo ad una criticità nel Centro-Nord ed una più soft nel meridione. L’esame di Stato è un momento importantissimo nella vita di uno studente, uno spartiacque spesso fra l’adolescenza e l’età adulta, la fine di una carriera scolastica che si porterà nel cuore sia che prosegua negli studi sia se entrerà nel mondo del lavoro. Ed è per questo che, tenuto conto dei numeri di contagi fra il Nord e il Sud, verrebbe in mente di pensare ad un diverso agire fra Nord e Sud. Difatti, se i dati per il Sud sono incoraggianti, nelle regioni del Sud, previa adozione delle dovute accortezze sanitarie, si potrebbe ipotizzare ad un esame di Stato secondo la normativa vigente, ovvero facendo sostenere agli studenti in presenza, oltre la prova orale, almeno la prova scritta di italiano. Ogni scuola fra Aula Magna, palestra, corridoi sarebbe in grado di distanziare studenti regolarmente dotati di protezione individuale (guanti e mascherine).
In realtà l’obiettivo fondamentale della prima prova scritta sarebbe quello di accertare la padronanza della lingua italiana, cioè il possesso di quegli strumenti fondamentali che consentono ad uno studente di produrre testi scritti corretti, coerenti, organici e ben articolati. Tutto questo con il solo colloquio orale non si potrebbe mai accertare. Non si tratterebbe quindi di dimostrare approfondite conoscenze disciplinari ma di verificare la capacità di comprensione, di analisi, di interpretazione di un testo scritto, ma anche di produzione, argomentazione, esposizione. Ciò è in coerenza con le indicazioni nazionali e le linee guida e del dettato normativo del decreto legislativo 62, che all’art. 17, comma 3, testualmente recita: “La prima prova, in forma scritta, accerta la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonchè le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche del candidato. Essa consiste nella redazione di un elaborato con differenti tipologie testuali in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. La prova può essere strutturata in più parti, anche per consentire la verifica di competenze diverse, in particolare della comprensione degli aspetti linguistici, espressivi e logico-argomentativi, oltre che della riflessione critica da parte del candidato”. Ma anche laddove tale ipotesi fosse plausibile, in realtà il vero problema è se la diversa modalità degli esami di maturità fra Nord e Sud è giuridicamente compatibile. L’articolo 3 della Costituzione è uno dei più importanti perché chiarisce il concetto di uguaglianza sostanziale e formale secondo la Repubblica Italiana, statuendo che: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Questo articolo della Costituzione Italiana si basa su due concetti fondamentali e diversi tra di loro: uguaglianza formale e sostanziale. Nel primo caso si parla di uguaglianza davanti alla legge, luogo in cui ogni persona deve essere trattata senza alcune differenze. Nel secondo caso invece si parla di uguaglianza sostanziale in riferimento al ruolo dello Stato nella prevenzione delle discriminazioni in tutti gli ambiti. A questo si aggiunge il fatto che il sistema educativo di istruzione e di formazione italiano è organizzato in base ai principi della sussidiarietà e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva per le “norme generali sull’istruzione” e per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Pertanto, si desume che, pur in presenza di un picco di contagio differente fra Nord e Sud, non sussisterebbe una compatibilità giuridica che potrebbe giustificare una diversa modalità di svolgimento dell’esame di maturità fra le diverse regioni.