Speciale Amministrative 2017. In questo spazio dedicato, presenteremo tutti i candidati che vorranno proporre, tramite la nostra redazione, il loro curriculum e le loro idee alla città.
«Nella mia esperienza da tecnico, ho notato la mancanza di attività politica: mi candido per questo».
Dopo anni di militanza nel Partito Democratico, del cui direttivo è stato membro nell’ultimo quinquennio, Michele Naglieri per la prima volta scende in campo, candidandosi al fianco di Emanuele Sannicandro, «l’unico con una visione politica, anche grazie alla sua esperienza, che ha portato nel suo programma di coalizione problematiche fortemente avvertite».
Iscritto all’ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Bari dal 1998, Naglieri ha svolto parecchi incarichi tecnici, anche per il Comune di Bitonto: dal 2010 al 2013 è stato anche revisore dei conti a Palazzo Gentile, nonché tra gli artefici dell’affaire CERIN.
In qualità di revisore, infatti, il 6 novembre 2012 è stato proprio lui, insieme alla dottoressa Leone Tolentino, ad inviare alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti il carteggio relativo alla società di riscossione tributi, in seguito all’anomala richiesta da parte della stessa di € 5.152.091,96.
«Sono saliti tutti sul carro dei giustizialisti, professandosi contrari alla CERIN e felici di aver assicurato alla legge i suoi amministratori, ma siamo stati noi ad aver avuto la coerenza di farlo eseguendo il nostro mandato di tecnici, ma la politica è mancata. Oltre ad internalizzare il servizio, l’amministrazione avrebbe dovuto pensare al futuro dei dipendenti e, con e per loro, a come utilizzare il know-how dell’azienda per “performare” al meglio l’attività di recupero crediti. Attualmente l’Ufficio tributi, con il sacrificio del dirigente e dei suoi collaboratori, ha raggiunto un buon livello, ma l’amministrazione non ne ha sicuramente il merito non avendo saputo evitare, pur potendo, i disagi del primo periodo di servizio e gli strascichi ulteriori».
Altro scandalo degli ultimi anni è legato poi alla Ferlive, «Sono curioso di capire meglio la vicenda, ascoltando, in Consiglio Comunale, ove possibile, i tecnici pubblici e privati. Mi impegnerò affinché questa situazione non intacchi sia le casse comunali sia il nostro territorio, anche se vorrei capire qual è il ruolo della politica in questo momento».
La sua esperienza di Presidente dei Revisore dei Conti dell’ASV, dal 2007 al 2010, lo lega inoltre all’azienda partecipata di cui conosce ogni problematica ad oggi non risolta seppur segnalata. Con l’apporto dei terreni da parte del Comune e l’investimento dei privati, intenzionati a costruire un inceneritore, la storia dell’Azienda Servizi Vari inizia nel 2003, con la stesura di un Piano industriale mai portato a termine.
«Non è dato sapere se il Comune abbia fatto un altro piano industriale. Chi si sta occupando della quota di partecipazione pubblica nella ASV, nei limiti del dlgs 175/2016, provvedimento che rappresenta il momento attuativo degli articoli 16 e 18 della legge 124/2015 (c.d. Legge Madia)? Qualcuno si sta preoccupando del futuro dell’azienda, che pur privata della sua attività di gestione dei rifiuti ben potrebbe, avendo i requisiti tecnici, provvedere ad altri servizi?» si chiede Naglieri. Il triste disinteresse politico sembra accomunare l’ASV spa all’Istituto Maria Cristina di Savoia, un fiore all’occhiello della nostra città ormai appassito.
«Perché l’ottimo professor Vito Masciale non è mai stato interessato dall’amministrazione per la condivisione di un progetto industriale per il rilancio di un incubatore che possa creare posti di lavoro e offrire servizi al territorio? Si è intercettato di tutto come fondi di finanziamento, ma appare strano che nessuno sia stato utilizzato in favore del Maria Cristina, facilmente sdoganato come un problema della Regione, dimenticando che il Maria Cristina è Bitonto».
«Occorre più attenzione da parte dell’amministrazione comunale alle attività produttive troppo spesso non coinvolte in progetti di riqualificazione del territorio tanto da determinare oggettive difficoltà».
È proprio questo l’obiettivo che Michele Naglieri intende raggiungere.
«Il Marketing territoriale sembra ormai esaurito – spiega il commercialista – C’è bisogno di un assessorato alle Attività produttive che abbandoni l’idea di distretti, quartieri divisi, attrazioni occasionali, ma sappia creare reti d’impresa eterogenee su tutto il territorio, capaci di attirare e trattenere visitatori, cittadini ed investitori non solo durante eventi temporanei ma in modo costante, perché una città viva è quella che va ben oltre le serate musicali».