Secondo appuntamento ieri mattina alla scuola media “Carmine
Sylos” con le interviste dei giovani studenti ad alcuni beneficiari del
servizio SPRAR, il Sistema di
Protezione per i Richiedenti Asilo ed i Rifugiati, coordinato dalla Cooperativa Sociale “Auxilium”, nell’ambito
della partecipazione al concorso ministeriale “Nei miei panni”, progetto che porterà alla produzione di alcuni testi con le
storie dei rifugiati a Bitonto, in occasione della XI Settimana Contro il Razzismo, che si svolgerà dal 15 al 21 marzo.
Questa volta i protagonisti sono stati i bambini della 1^B, che hanno intervistato Kerolos, un ventiquattrenne egiziano,
giunto in Italia un anno fa ed appunto beneficiario dello SPRAR, ed
accompagnato durante l’incontro dalla docente di italiano della Cooperativa
Auxilium, Doriana Saltarelli, e
dalla psicologa Maria Antonietta D’Aranno.
A coordinare i lavori la prof.ssa Concita
Fornelli.
I ragazzi hanno dialogato con Kerolos su tanti temi: l’Egitto,
il suo vissuto, l’Italia e gli italiani, le differenze culturali, linguistiche,
le tradizioni, le passioni, la famiglia, l’istruzione.
«Sono in Italia da un anno e ho lasciato in
Egitto, a Sohag, una città nel sud del Paese, i miei genitori, la mia ragazza, un
fratello che studia Giurisprudenza e due sorelle. Vedo la mia famiglia solo
attraverso internet, vorrei tanto tornare lì, mi mancano, ma la situazione è
difficile, ci sono continue tensioni, esplosioni, bombe, non una vera e propria
guerra. Se dovesse succedere qualcosa alla mia famiglia, io andrei a morire. Dall’Egitto
sono arrivato in aereo in Italia, a Roma e poi qui a Bitonto, dove ho
incontrato subito gli operatori dell’Auxilium, che si impegna per l’integrazione
dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella società italiana. Vivo in una casa
con altri ragazzi di Siria, Iraq, Palestina, tutti immigrati».
Le differenze tra Egitto e Italia.
«Con la lingua non ho difficoltà, arabo ed
italiano sono molto simili, è più difficile l’inglese. Queste sono le tre
lingue che conosco. Ringrazio Dio per essere nato in Egitto e per essere
egiziano. Dell’Egitto mi piacciono le tradizioni, è il Paese che ha dato le
radici delle tradizioni a tutto il mondo, con milioni di persone che sono
venuti a visitarci per conoscere la nostra cultura. Ricordo la “Festa della
Mamma”, che si festeggia il 21 marzo. In Italia invece mi piacciono il Vaticano,
la musica romantica di Laura Pausini e la buona cucina, in particolare la
pizza, i panzerotti, la pasta al forno e la coca cola».
L’esperienza in Italia.
«Qui in Italia non ho mai sentito sentimenti di
diversità o subito forme di razzismo. Neanche all’Università. Sono iscritto al
Politecnico di Bari, studio Ingegneria Meccanica. Sono al terzo anno, già
frequentavo l’università in Egitto, dove avevo fatto degli esami. Ed ora,
iscrivendomi qui in Italia, ho recuperato gli esami già sostenuti ed ho ripreso
gli studi da dove li avevo lasciati. Mi piace l’Italia ma per favorire l’integrazione
tra culture e popoli dovrebbe consentire più lavoro».
I ricordi dell’Egitto.
«Ho lasciato il mio Paese per il terrorismo,
manca la libertà. Uno dei momenti più brutti è stato quando i terroristi hanno
bruciano la nostra Chiesa. Io sono cattolico e per loro noi siamo diversi, non
veniamo accettati. Per questo sono venuto in Italia, perché rispetto ad altri
Paesi economicamente più sviluppati, è un Paese cattolico. Ma quando ero in
Egitto ho perso i sogni, il mio futuro».
Tante le curiosità e le domande rivolte dagli alunni a
Kerolos, alcune anche divertenti e che hanno strappato sorrisi e qualche
momento di gogliardia. Dall’abbigliamento alla preghiera, dall’istruzione al
rendimento universitario. Insomma, tanti piccoli aneddoti che hanno avvicinato
i bambini, piccoli giornalisti per un giorno, al mondo di Kerolos e all’Egitto.