La fine dell’incubo, lungo ben 2 anni e 6 mesi, era vicina.
Per i dipendenti dell’Istituto Maria Cristina di Savoia, l’agognato ricollocamento sembrava essere ad un passo. E invece il destino beffardo ha posto un nuovo ostacolo sul loro cammino di recupero del lavoro e della dignità.
Il 10 luglio, infatti, il personale avrebbe dovuto prendere parte al tavolo regionale in cui sarebbe stata comunicata la loro nuova destinazione, ma la bufera giudiziaria che ha visto coinvolto il dirigente dell’ASL Bari, Vito Montanaro, ha frenato tutto.
L’Azienda Sanitaria Locale avrebbe dovuto garantire molti posti e, insieme ad altri enti, avrebbe presentato proprio martedì scorso il progetto alla Task Force, guidata dal presidente Caroli.
Grande la delusione per i lavoratori che ora si chiedono quanto ancora ci sarà da attendere.
Sopra la loro testa, come una spada di Damocle, c’è anche la messa a disposizione per 2 anni. Il provvedimento, firmato poco prima delle dimissioni dal vecchio consiglio d’amministrazione, era stato trattenuto dalla Regione in attesa del ricollocamento, ma da lunedì diventerà attivo.
A comunicarlo è stato il commissario straordinario Marco Preverin, in uno dei rari, almeno a detta degli interessati, confronti con il personale.
Dalla prossima settimana, dunque, 16 su 17 dipendenti non lavoreranno più per l’ASP, che comunque dovrà garantire loro l’80% dello stipendio. Una somma che andrà ad aggiungersi agli ormai 30 stipendi arretrati.
Inspiegabilmente escluso solo un impiegato dell’area amministrativa.