Ormai, l’incredulità
ha pareggiato la rabbia e pian piano sta facendo spazio allo sdegno.
Vincenzo Delvino, storico sindacalista della Bridgestone,
è stato nella seconda metà degli anni Novanta segretario di Rifondazione Comunista e assessore
durante il mandato del sindaco Umberto
Kuhtz.
Nei giorni scorsi,
il 23 ottobre per la precisione, s’è visto recapitare una missiva dall’Ufficio Patrimonio del Comune di Bitonto,
con la quale gli si chiedeva il “recupero delle morosità dei canoni di
locazione” dal 1 Gennaio 1999 al 14 Settembre 2000 (pari a euro 5.446,56) e
tutti gli interessi maturati fino alla data della comunicazione (euro 2.043,37),
che faceva richiamo ad una ingiunzione di pagamento del 23 Ottobre 2008,
riguardante la sede del partito rifondarolo, sito al civico 8 di Piazza
Marconi, ai piedi del Torrione angioino.
Ieri pomeriggio, nello
studio dell’avvocato Antonio Mitoloche lo difende, Delvino ha sciorinato documenti e articoli di giornale che dimostravano
con evidenza schiacciante come non dovesse essere affatto lui il destinatario
della lettera in questione.
“È assurdo oltreché inconcepibile. Bastava dare un’occhiata attenta agli organi
di informazione dell’epoca per capire che io già dal marzo del 1998 ero
responsabile del Movimento Politico per Bitonto, per il quale fui candidato
sindaco. Quindi non tocca affatto a me corrispondere le cifre richieste. In
quegli anni il segretario era Nicola Antuofermo”, osserva Vincenzo.
Che piccato aggiunge: “Per di più,
bisogna chiedersi perché non chiedono le quote per il 1998? È evidente che c’è stato
qualcuno che ha pagato, così come negli anni precedenti io stesso non avevo
saltato un mensile, che allora era di 450 mila lire. E dunque chi è stato
moroso? Io di certo no, visto che non ero più rappresentante politico di
Rifondazione”.
“Bastava davvero essere un po’ più
oculati per comprendere che c’è un’incongruenza nella richiesta che viene
avanzata e che con assoluta certezza non doveva essere inviata a me. Punto.
Ora, non vorrei che per l’incuria e la negligenza di chi ci amministra i
cittadini si ritrovassero a pagare ulteriori cifre a seguito della
mia contestazione e della relativa vertenza”, si rammarica Delvino.
La professoressa
Rosanna Perillo, infatti, che ha ricevuto analoga ingiunzione, è già passata
alle vie legali, intravvedendo una facile vittoria in tribunale.
Il sindacalista, non
allettato da medesima prospettiva, ma quasi costretto a ricorrervi, sarebbe
persino disposto a fare un passo indietro, qualora qualcuno a Palazzo Gentile
si ravvedesse.
Ora, il cittadino
bitontino, in attesa che tutto si compia secondo giustizia, non vorrebbe
ritrovarsi per disattenzioni altrui ad esclamare come il principe d’ogni risataDe Curtis Antonio: “E io pago”…