Via Dante.
Per essere chiari,
la parallela di via Verdi che collega la basilica dei Santi Medici alla Villa
comunale.
Insomma, una strada
tra due punti nevralgici della nostra città, tra le zone più frequentate e
anche più odiate dagli automobilisti.
Traffico, zero
posti per parcheggiare. E tutto, ovviamente, diventa ancora più grave nei
giorni di pioggia.
E allora ecco che
l’automobilista tipo inizia a vagare per le strade del centro cittadino alla
ricerca di un parcheggio.
Qui tutto pieno,
qui un divieto di sosta, qui una vettura occupa due posti e qui un passo
carrabile. E allora non rimane scelta. Bisogna provare nelle stradine di viale
Giovanni XXIII dove la situazione, in realtà, non cambia molto.
Dopo aver tentato
invano, si arriva alla sopraccitata via Dante.
La visione, il
miracolo. In prossimità dell’incrocio immediatamente precedente quello con
viale Giovanni XXIII, delle strisce di un blu brillante (probabilmente rifatte
da poco tempo) sembrano chiamare il guidatore e all’apparenza l’area da esse
circoscritta sembra anche vacante.
“Oh,
ma lì c’è un posto. Allora in fretta (ma sempre rispettando i
limiti di velocità), prima che mi venga
soffiato sotto il naso da qualcun altro”.
E tecnicamente è
così.
Amarezza.
Ad occupare
l’agognato parcheggio a pagamento, ci sono loro: Indifferenziato e Umido, più
noti come cassonetti.
Ok. Sono arrivati
prima loro. Bisogna rassegnarsi.
Ma, consapevoli che
quello in via Dante non è né il primo né l’ultimo caso ed evitando di scomodare
capri espiatori e colpevoli di tale “scippo”, una domanda sorge spontanea: “Ma i
cassonetti pagano il grattino?”