Erano
stati annunciati in pompa magna nella primavera del 2014.
Due
gemellaggi che avrebbero dovuto dare (danno? daranno?) lustro alla
nostra città, e che invece sembrano essersi fermati ancora prima di
iniziare.
Uno,
il primo, era (è) in Cina, la seconda potenza economica mondiale.
L’altro,
il secondo, a pochi chilometri di distanza da noi. Nei vicini
Balcani. In Albania. Con la città di Durazzo.
La
città dell’olio a Tsingtao? L’idea
inizia a diffondersi già a gennaio dello scorso anno
(http://www.dabitonto.com/news/r/bitonto-grazie-al-cantante-francesco-baccini-siglera-un-accordo-con-la-cina/2273.htm).
Il deus ex machina è Francesco Baccini, che con il suo tour svoltosi
proprio in Cina getta le basi per questa incredibile opportunità per
la nostra città.
Bitonto,
allora, gemellata con Gaomi e -soprattutto- Tsingtao, metropoli
di oltre otto milioni di abitanti e uno dei centri commerciali più
ricchi del paese del “mandarino”.
L’accordo
si chiama “Strade
italiane”
e presenta forti motivazioni economiche, perché obiettivo dei cinesi
è quello di promuovere e vendere prodotti italiani (in questo caso
anche bitontini) nel settore dell’abbigliamento e delle specialità
tipiche. «Si
tratta –affermava il sindaco Michele Abbaticchio ai nostri taccuini – di
una occasione straordinaria per avviare nuovi canali commerciali per
gli imprenditori locali, sulla quale stiamo lavorando in questi
giorni con gli assessorati di riferimento».
Quattro
mesi dopo, a maggio
(http://www.dabitonto.com/news/r/accordo-commerciale-con-la-cina-i-produttori-bitontini-incontrano-la-delegazione-cinese/3411.htm),
c’è la visita della delegazione cinese a Bitonto per incontrare gli
imprenditori disposti a prendere al volo questa incredibile
occasione. Le intenzioni degli asiatici erano altissime: «Siamo
interessati, ad esempio, alla collaborazione tra voi e il Giappone
nell’ambito del Traetta Opera Festival. Potremmo portarlo anche da
noi». Oltre
ad ospitare festival e sagre, e tanto altro.
Da
quella visita, però, il silenzio.
Dopo
un anno, non sarebbe male sapere che fine ha questo questo
gemellaggio. Se sia effettivamente partito. Quale ritorno in termini
di immagine e di marketing territoriale ha dato alla città. Quanti
imprenditori sono andati in Cina.
Nel
frattempo, ci affidiamo ad un collega insigne del Baccini sucddetto, Enrico Ruggeri. E con lui sospiriamo: “Mistero”.
E
Bitonto-Durazzo? Il
cantante milanese viene in soccorso anche nell’altro grande
gemellaggio annunciato l’anno scorso, ma poi finito chissà dove.
Con
Durazzo, uno dei principali porti della vicina Albania, con la quale
si voleva (vuole?) intraprendere un percorso commerciale,
culturale, turistico ed economico. Il protocollo è firmato a Palazzo
Gentile ad aprile di un anno fa(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/gemellaggio-italia-albania-siglato-il-protocollo-d-intesa-fra-bitonto-e-durazzo/3122.htm),
e in quell’occasione il vicesindaco Rosa Calò annunciava che
«l’obiettivo
comune è quello di dar vita ad attività culturali, sportive e
sociali, dedicate per lo più ai giovani e ai bambini di entrambe le
Nazioni».
Poco
più di due mesi dopo, a giugno, è un gruppo di bitontini, guidato
dal primo cittadino, ad andare nei Balcani per rafforzare il
gemellaggio
(http://www.agenparl.com/albania-abbaticchio-gemellaggio-bitonto-durazzo-buona-occasione-per-imprese)
e per mettere nero su bianco le basi di partenza e di operatività.
Abbaticchio con i suoi – si legge in un articolo dei colleghi diBitontotv
– ha
portato in seno all’amministrazione di Durazzo una proposta
di joint-venture con
le aziende della zona
artigianale di
Bitonto(http://www.bitontotv.it/cms/news/14831/69/Gemellaggio-Bitonto-Durazzo-Abbaticchio-in-visita-in-Albania/).
Da
quella visita, poi, approvazione del gemellaggio in Consiglio
comunale nel luglio 2014 a parte – una cappa di silenzio avvolge il
tutto.
Il
problema è che dura da oltre un anno.
Cina
e Albania, allora. Non vorremmo fossero un altro Ghana…