Diciamo la verità.
Lunedì andrà in scena uno dei Consigli comunali più “strani” degli ultimi anni. E l’aggettivo non è affatto scelto a caso, visto che a Bitonto la politica è diventata qualcosa di incomprensibile. Dove tutti fanno a gara per sedersi sui banchi della maggioranza, gli assessori cambiano come fossero una regolare programmazione cinematografica, due dei tre candidati sindaci sono passati dalla parte del loro principale avversario neanche tre anni fa (uno, Cataldo Ciminiello, è diventato capogruppo del partito di riferimento di Michele Abbaticchio, e l’altro, Emanuele Sannicandro, ha già l’assessore in giunta), e l’opposizione messa all’angolo senza poter far granchè, ovviamente.
In questo scenario, allora, tra qualche ora ci sarà un qualcosa di unico, nel senso perché mai successo prima. L’emiciclo sarà chiamato a votare la mozione di sfiducia al proprio presidente, Vito Labianca, in pratica defenestrato dal primo cittadino già due mesi fa.
Tutto in realtà è iniziato però a novembre, quando, sempre in aula, maggioranza e opposizione accusano il numero uno dell’assemblea di sottovalutare e non considerare il ruolo delle commissioni e dei consiglieri comunali che vi partecipano, non inserendo, puntualmente, tra gli argomenti da trattare in Consiglio, le proposte scaturite da esse (clicca qui per articolo https://bit.ly/2vS4KRV). Uno su tutti, il nuovo Regolamento sugli organismi di partecipazione, già pronto da mesi ma mai portato all’attenzione dell’assise.
È solo l’inizio di una caccia all’uomo, in realtà. Perché a dicembre, poi, è direttamente il primo cittadino a chiederne la testa, facendo capire che le motivazioni sono anche altre. Un rapporto politico (ma è davvero solo politico?) insanabile (leggi qui https://bit.ly/2HG0EPs) e che non può più andare avanti. “La mia proposta – sono state le sue parole – è, pertanto, di sottoporre al vaglio del prossimo Consiglio comunale l’apposizione della fiducia sul lavoro sinora condotto dal presidente del Consiglio comunale a seguito della relazione che consegnerò con apposita istruttoria”.
Il terzo atto, poi, si è consumato il 7 febbraio, allorchè 12 consiglieri comunali, tutti di maggioranza, (Pasquale Castellano, Giuseppe Santoruvo, Giuseppe Maiorano, Giuseppe Fioriello, Massimo Lacetera, Veronica Visotti, Michelangelo Rucci, Maria Grazia Gesualdo, Cataldo Ciminiello, Emanuele Avellis, Fabio Fiore, Elisabetta Nuzzo) presentano la proposta di sfiducia. Quella, per intenderci, che sarà discussa lunedì mattina, con lo start alle 9.30.
Come andrà a finire, allora? Difficile pensare che Vito Labianca possa restare sullo scranno più alto del parlamentino cittadino, vista la consistenza numerica della maggioranza (adesso sono diventati 22, ndr) e che per la sfiducia bastano i 2/3 dei consiglieri. Lo dice l’articolo 12 comma tre dello Statuto: “Il presidente e il vicepresidente del Consiglio sono revocabili solo con il voto favorevole di 2/3 dei consiglieri. La revoca ha effetto immediato”.
Tanto più che i ben informati sono convinti che il sostituto sia già stato trovato, e non certamente nelle ultime ore. Anche perché, se mai dovesse salvarsi, il rapporto politico con i consiglieri comunali sarà quasi impossibile da risanare.
C’è da chiedersi, inoltre, in caso di sfiducia, quale sarà il futuro politico dell’esponente di “Sud al centro”. Resterà in maggioranza nonostante tutto? Si siederà tra i banchi dell’opposizione? E se farà questo, lo farà da solo o portandosi dietro i “colleghi” Marida Milo Milo e Arcangelo Putignano? O rassegnerà le dimissioni?
Le risposte alle nostre domande non tarderanno ad arrivare.
Mentre all’ultima che ci facciamo, già siamo consapevoli quale sia. La città, soprattutto quella che soffre, merita questo teatrino?