I ricercatori del Laboratorio per le Scienze Ematologiche afferente alla sezione di Ematologia con Trapianto dell’Università di Bari, diretta dalla prof.ssa Giorgina Specchia, continuano la loro ricerca sulla leucemia.
Dopo i risultati afferenti alla leucemia linfatica cronica (http://bit.ly/2BzFvAU ), è stato elaborato un test mediante una tecnologia innovativa di lettura della sequenza del DNA, sequenziamento a nanopori, per la leucemia mieloide cronica.
Due di questi ricercatori sono bitontini: il dott. Ezio Minervini ed il tecnico Mariella Mattia.
«La leucemia mieloide cronica –ha raccontato ai nostri taccuini Ezio- si origina a seguito di una modificazione genetica nei globuli bianchi che porta alla fusione di due geni che normalmente sono separati. Attualmente esistono farmaci efficaci e specifici che agiscono direttamente sul prodotto di questa alterazione genetica».
«Sebbene tale forma di leucemia sia curabile, non è guaribile. Perciò è importante un costante monitoraggio attraverso il test, che è in grado di rilevare la ripresa della malattia precocemente. Il test non modifica le terapie ma può valutare la risposta del paziente alle attuali terapie. Esso permette una valutazione più sensibile, il che significa individuare la singola cellula di malattia in un semplice prelievo di sangue».
Il team è composto dalla prof.ssa Giorgina Specchia, nonché direttore; il coordinatore Francesco Albano; Ezio Minervini; Mariella Mattia; Angela Minervini; Luisa Anelli; Antonella Zagaria; Paola Casieri; Nicoletta Coccaro; Cosimo Cumbo; Giuseppina Tota; Luciana Impera; Paola Orsini; Claudia Brunetti; Elisa Parciante e Antonella Russo Rossi.
Mediante il prezioso contributo anche dell’A.I.L (Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma), questi giovani ragazzi hanno iniziato nel 2014 la ricerca che ha coinvolto una decina di pazienti.
«Il test ha la caratteristica di avere un costo contenuto e di facile esecuzione, quindi effettuabile anche in piccoli laboratori. La sua elevata sensibilità potrebbe aiutare il medico nella decisione della sospensione del farmaco nel momento in cui per un certo periodo di tempo al monitoraggio non si rileva malattia. Ovviamente ciò si traduce in un notevole risparmio per la spesa sanitaria e in un netto miglioramento della qualità di vita del paziente».
«Sarà possibile applicare questo test anche in campo medico, allora, e la sua diffusione coinvolgerà attori diversi da noi. Sono già giunti i primi riconoscimenti per la ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Oncotarget: http://bit.ly/2EhU6UU ».
Diversi sono i progetti in cantina del giovane gruppo di ricercatori.
«Stiamo cercando di applicare il sequenziamento a nanopori allo studio mutazionale di gruppi di più geni contemporaneamente. Supereremo le difficoltà che comporterà tale rilevamento. Ovviamente questi geni sono coinvolti nella diagnosi e prognosi delle leucemie».