“Io e Dewey” di Vicki
Myron è il classico libro piacevole e facile da leggere in
estate anche negli affollati luoghi di villeggiatura.
È la storia di un gattino che in una gelida mattina invernale viene trovato
quasi congelato nella buca per la restituzione dei libri
della biblioteca comunale di Spencer, una piccola cittadina dell’Iowa, in USA.
A diversi gradi sotto zero il piccolo mucchietto di pelo grigio era
acciambellato nel tentativo di difendersi come poteva dal gelo.
Aveva otto
settimane ma dimostrava otto giorni ed era tanto magrolino che gli si contavano
le costole.
Fu preso in braccio mentre tremava in modo incontrollabile, avvolto
in un asciugamano, immerso nell’acqua tiepida nel tentativo di rianimarlo prima
di portarlo dal veterinario.
Con sorpresa di tutti gli astanti mentre l’acqua
si tingeva di grigio emerse un bellissimo tigrato rosso dal pelo lungo.
Non fu semplice avere il permesso di tenerlo ma il personale, che aveva
cominciato a coccolarlo e a viziarlo, riuscì a far si che il Consiglio della
Biblioteca desse parere favorevole affinché Dewey, come fu subito battezzato,
rimanesse lì con loro.
Un po’ alla volta il micino, che prese il nome dalla classificazione decimale
Dewey delle biblioteche, conquistò i vari visitatori e soprattutto i bambini
che nelle ore a loro dedicate, mentre seduti in circolo ascoltavano fiabe e
racconti, aspettavano il proprio turno per il privilegio di tenerlo in braccio.
Accadde
che qualche settimana dopo lo Spencer Daily Reporter pubblicò in prima pagina
la storia del miracoloso salvataggio di Dewey.
La biblioteca divenne un luogo
più frequentato e in capo a un anno moltiplicò il numero dei visitatori.
Mentre il gattino si rendeva protagonista di vari simpatici episodi, narrati in
maniera accattivante, cominciò ad arrivare da fuori città qualche turista che
vuole fare proprio la sua conoscenza.
E poi la sua fama si diffuse in tutta la nazione e in seguito anche fuori dagli
States.
I visitatori aumentarono e così le e-mail, le interviste, i servizi
televisivi sulla Biblioteca che ospitava un gatto.
Ma anche i gatti invecchiano e Dewey arrivò a diciotto anni. E si ammalò…
Sarebbe bello che gli animali domestici venissero adottati e ospitati negli
edifici pubblici, nelle scuole.
Non ci sarebbero più randagi, gli adulti
acquisirebbero sensibilità per gli altri esseri viventi e i bambini verrebbero
educati al rispetto della natura.
Anche noi umani siamo animali e solo per caso siamo la razza dominante.
Con i
risultati che tutti vediamo.